Rubrica a cura della veterinaria Silvia Cortese
Il coniglio è un mammifero che appartiene alla famiglia dei leporidi. Assieme alle lepri costituiscono l’ordine dei lagomorfi. Sono erbivori obbligati, caratterizzati da una dentatura a crescita continua specializzata alla masticazione di fibra e piante di campo.
Esistono varie razze di conigli (quelle riconosciute sono più di 60) cui varietà sono distinte soprattutto in base alle dimensioni, al colore del mantello e alla forma delle orecchie. La maggiore eterogeneità si evidenzia basandosi sulla dimensione. Le razze giganti possono superare gli 8 kg di peso vivo, le razze nane, invece, pesano poco più di un chilo.
Si differenziano, inoltre, in conigli selvatici e conigli domestici o pets. Quest’ultimi mantengono la loro caratteristica istintiva di animale da preda, soffrendo in maniera peculiare le condizioni di stress, dolore e paura. Ogni coniglio, comunque, manifesta il proprio temperamento e la propria personalità che può variare da un soggetto molto spaventato ad un soggetto completamente a suo agio anche in un ambiente estraneo. In natura è un animale crepuscolare, va dunque alla ricerca di cibo la mattina presto e la sera. E’ normale, pertanto, vederli riposare e dormire durante il giorno, ed è consigliabile alimentarli al mattino e di sera.
La durata media della vita di un coniglio varia dagli 8 ai 12 anni, anche se alcuni esemplari possono raggiungere i 15 anni di età. Sono degli animali che riescono a sopportare bene le basse temperature, ma, al contrario, soffrono molto il caldo. Inoltre non sono in grado di sudare e per questo motivo sono soggetti a colpi di calore. Le orecchie sono gli organi maggiormente deputati alla termoregolazione perché dotati di shunt arterovenosi.
Lo scheletro leggero e la muscolatura ben sviluppata sono gli unici mezzi di difesa nei confronti dei predatori, permettendogli di correre velocemente.
Gli occhi sono posizionati lateralmente, permettono di avere un campo visivo fino a 190° consentendogli di vedere in ogni direzione senza muovere la testa, escludendo un unico punto posto anteriormente alla bocca. Sono degli animali con abitudini crepuscolari e riescono ad avere una sensibilità alla luce notevolmente superiore alla capacità dell’occhio umano.
Il labbro superiore è diviso verticalmente in due porzioni (da qui il nome del difetto anatomico umano detto labbro leporino).
L’apparato digerente (sia lo stomaco che l’intestino) è strutturato per la digestione di vegetali ad alto contenuto di fibra. In natura il coniglio si nutre di erba e piante erbacee, integrando la sua alimentazione con l’assunzione del ciecotrofo. Quest’ultimo, viene escreto dall’ano e istintivamente ingerito (senza essere masticato) in seguito ad un riflesso di leccamento. Il ciecotrofo si differenzia dalle feci per la consistenza più morbida e per la presenza di muco che lo riveste. In seguito alla fermentazione intestinale il ciecotrofo è ricco di aminoacidi, acidi grassi volatili e vitamine che devono essere sottoposte nuovamente a fermentazione gastrica per poi terminare con l’assimilazione intestinale.
I conigli domestici devono essere alimentati con una dieta il più simile possibile a quella naturale sia per composizione che per struttura fisica, altrimenti si rischia di predisporre l’animale a problemi di dentizione (per inadeguato consumo delle superfici di masticazione) e problemi digestivi. La dieta ideale è rappresentata da erba e fieno a volontà. Il fieno deve essere di erbe miste e in sostituzione all’erba si può somministrare verdura (quella ricca di fibra come radicchio, cicoria, carote, sedano, peperoni) e la frutta, da dare con moderazione. Il pellet può essere dato perché ben bilanciato, ma senza esagerare perché potrebbe causare una scorretta masticazione. Alcuni alimenti sono da evitare perchè tossici come la cioccolata e le parti verdi delle solanacee (pomodoro, patate e melanzane). Anche i carboidrati possono portare ad una tossicità a livello intestinale e quindi non vanno somministrati.
Il dimorfismo sessuale negli esemplari molto giovani è di difficile distinzione. Negli adulti, invece si evidenzia facilmente il pene o i testicoli (nel caso di soggetti non castrati).
Per approfondire: Quando il “dottore” è il veterinario: tutto quello che bisogna sapere sugli animali domestici