Pubblicato il: 11/07/2014 alle 09:41
Stefano Di Francesco
S'è avvalso della facoltà di non rispondere Stefano Di Francesco, il pensionato 64enne di Riesi, rinchiuso da due notti nel carcere “Malaspina” di Caltanissetta con la pesante accusa di avere ucciso il figlio trentenne Piero bruciandolo vivo in auto dopo averlo tramortito al culmine di una colluttazione per dissapori legati alla gestione dell'azienda di famiglia. Oggi l'indagato è comparso davanti al Gip Maria Carmela Giannazzo che ha firmato l'ordinanza d'arresto su richiesta della Procura. Di Francesco ha preferito non rispondere durante l'interrogatorio di garanzia. Il legale del pensionato, l'avvocato Michele Micalizzi, ha annunciato che nei prossimi giorni potrebbe chiedere un interrogatorio al pubblico ministero Roberto Condorelli al quale Di Francesco potrebbe chiarire le contestazioni.
Il delitto risale alla mattina del 9 giugno del 2012 alla periferia di Riesi ma la svolta è arrivata adesso con l'arresto di Di Francesco senior. Una “cimice” piazzata dai carabinieri del Nucleo investigativo sulla tomba della vittima, ha captato le parole del padre che – secondo gli inquirenti – sarebbero state una sorta di “confessione”.
“Dire adesso ciò che provo non facile, la rabbia è tanta. I miei figli hanno perso un padre e io ho perso colui che mi dava coraggio e sostegno. Ho perso una parte di me. Ma sono una persona di fede e non voglio che questa rabbia riempia i nostri cuori di odio”. Così Giusy Marotta, moglie di Piero Di Francesco, ha commentato l'arresto del suocero. La donna, insieme al cognato Eugenio Di Francesco, è assistita dall'avvocato Danilo Tipo. “Chiedo a Dio che possa illuminare questa persona – ha aggiunto la donna riferendosi a Stefano Di Francesco – perché capisca l'atroce gesto che ha commesso e il grande dolore che ha causato a me, ai miei figli e a tutta la famiglia”.