Pubblicato il: 17/03/2014 alle 08:52
di Samanta Carrubba
Sei attaccato a lavoro ma trovi un conforto a casa? Gli studi dimostrano che non sempre questa correlazione funziona ma che, paradossalmente, il lavoratore che viene isolato, emarginato e trattato con diffidenza e ostilità sul luogo di lavoro, si trova a dover affrontare la stessa situazione anche in casa.
Gli esperti la chiamano la “teoria del doppio mobbing” e si genera da un logoramento, nel tempo, non solo della vittima del mobbing ma anche la famiglia stessa. Una situazione che, da un punto di vista psicologico, si sviluppa in maniera sorda e inevitabile, e colpisce Coniuge, figli e genitori, cioè tutti coloro i quali rappresentano l’unica àncora alla quale potersi aggrappare per alleviare le sofferenze inflitte dal contesto lavorativo.
La famiglia, infatti, con il tempo, esaurirà le risorse messe in campo per supportare il suo componente, entrando così in crisi: comincia a vedere il familiare come causa del suo malessere.
Secondo i risultati delle ricerche della prestigiosa Clinica del Lavoro “L. Devoto” di Milano sono oltre un milione gli italiani malati di mobbing, molto più al Nord (78%) che al Centro (20%) e al Sud (8%). In testa, tra i più colpiti, gli impiegati; seguono operai, quadri e dirigenti.
Per contrastare le conseguenze del doppio mobbing, è fondamentale fornire alla persona interessata un supporto costante e maturo, che deve provenire dal contesto esterno, proprio per evitare  “l’esaurimento familiare”.
Tale supporto va ricercato in professionisti, quali psicologi ed esperti del settore che possono aiutare nella risoluzione efficace del problema.