"… il dott. D’Alia, lui è sempre stato così, di poche parole, non è mai cambiato. Bisogna intuire dalle sue espressioni le condizioni del malato. Ci siamo ormai abituati. Quando visitò la nonna…non si fece brutto in faccia, non spinse gli occhi in alto come a voler dire… solo Dio la può aiutare. Tuppuliò, scrutò le spalle soltanto quattro volte, questo è un segnale confortante perché se avesse tuppuliato sei, sette volte…ci si poteva anche allarmare. Come sono stata attenta mentre il dottore l’osservava! Alla nonna fece aprire anche la bocca, ma non la smosse a destra e a sinistra per vedere meglio la gola, gli bastò soltanto un rapido sguardo per persuadersi. Insomma non ci ha dato soddisfazione ma ci è parso di capire che non c’era da allarmarsi. Però è davvero bravo”. ( dal romanzo: “Delitto a Catania” – 2014 )