Pubblicato il: 30/07/2014 alle 18:10
Secondo fonti sindacali il piano presentato dall'Eni prevederebbe investimenti in Sicilia per 1,8 miliardi per l'aumento della produzione di gas, per coprire il 20% del fabbisogno nazionale, per la ricerca di nuovi campi gas, per l'ottimizzazione dei campi off shore; previsti poi altri 250 milioni di investimenti per la riconversione al bio carburante; a questi vanno aggiunti altri 200 milioni di investimenti per le bonifiche.
Per quel che riguarda l'occupazione prevista l'assunzione di 320 unità di personale per il bio carburante, 300 per lo sviluppo Up Stream, 130 per formazione sicurezza, 40 per il risanamento ambientale, per un totale di 790 unità a fronte delle 1200 attuali.
«Eni ha ufficializzato un piano da realizzare nei prossimi anni e che prevede lo sviluppo di attività di ricerca ed estrazione, di bonifica, di interventi sulla formazione e sicurezza e sulla bioraffinazione. Il nostro giudizio è che si tratta di un piano che non ha nessuna credibilità ed è sottoposto a tutta una serie di vincoli autorizzativi ma, soprattutto, che viene messo in campo attraverso un atto unilaterale che cancella l'accordo sottoscritto un anno fa, che prevedeva un investimento di 700 milioni», ha commentato il segretario generale della Uiltec-Uil, Paolo Pirani, uscendo dal Ministero della Sviluppo Economico, dove si sta svolgendo il confronto tra sindacati, Eni, governo e Regione Siciliana sul caso Gela.
«Quelli che sono certi – ha aggiunto -, i 2 miliardi di cui si parla, sono sottoposti ad autorizzazioni future. Noi non ci rifiutiamo di discutere di nuovi piani, ci sono problemi oggettivi sulla raffinazione, però la condizione è che il Gruppo non è credibile se non decide di riavviare gli impianti. Solo riavviando è possibile dare il via ad un tavolo di approfondimento sulle proposte dell'azienda senza far precipitare la situazione sociale. Anche il Governo ha fatto lo stesso invito, per cui l'incontro è stato sospeso ed Eni, adesso, si è riservata di darci una risposta nelle prossime ore, in maniera tale che si possa superare la situazione di drammatizzazione e avviare un tavolo di approfondimento sulle prospettive future. Eni ha detto di non volere licenziare e di non voler fare cassa integrazione, il problema non è tanto questo ma che all'occupazione deve corrispondere un lavoro reale».