Pubblicato il: 02/08/2021 alle 10:55
“La vaccinazione e gli interventi di rilancio economico continuano a essere gli indispensabili strumenti per assicurare sicurezza e serenità. La pandemia non è ancora alle nostre spalle. Per queste ragioni la vaccinazione è un dovere morale e civico. Senza attenzione e senso di responsabilità rischiamo una nuova paralisi della vita sociale ed economica; nuove, diffuse chiusure; ulteriori, pesanti conseguenze per le famiglie e per le imprese, che possono essere evitate con attenzione e senso di responsabilità.La pandemia ha imposto grandi sacrifici in tanti ambiti. Ovunque gravi. Sottolineo quelli della scuola. Il regolare andamento del prossimo anno scolastico deve essere una priorità assoluta.
Gli insegnanti, le famiglie, tutti devono avvertire questa responsabilità, questo dovere, e corrispondervi con i loro comportamenti. Auspico fortemente che prevalga il senso di comunità, un senso di responsabilità collettiva. La libertà è condizione irrinunziabile ma chi limita oggi la nostra libertà è il virus non gli strumenti e le regole per sconfiggerlo. Conto che non si smarrisca la consapevolezza della emergenza che tuttora l’Italia sta attraversando, dei gravi pericoli sui versanti sanitario, economico e sociale. Che non si pensi di averli alle spalle. Che non si rivolga attenzione prevalente a questioni non altrettanto pressanti”.
Vogliamo partire da queste parole, ribadite qualche giorno fa dal Presidente Mattarella e che condividiamo pienamente, per aprire qui un dibattito che avremmo voluto introdurre giovedì scorso in Consiglio comunale (non è stato possibile farlo per via del Regolamento sul funzionamento del Consiglio comunale) e sul quale ritorneremo domani, in una riunione prevista con l’Amministrazione e gli altri consiglieri comunali. La necessità di questo nostro intervento nasce dalla sensazione che negli ultimi tempi a Mussomeli stia scemando l’attenzione e il richiamo al senso di responsabilità riguardo all’emergenza pandemica, come se la pandemia fosse già un brutto ricordo. E, purtroppo, così non è.
Lo abbiamo visto con l’aumento dei casi nel nostro paese e con il bollettino del 31 luglio, che certifica 901 nuovi casi di Covid in Sicilia e riporta la nostra isola come prima regione per contagi in Italia. Cosa fare, dunque, per contrastare la variante “delta” che si sta rivelando particolarmente contagiosa? Proprio perché la variante delta è così veloce, diventa ancora più importante vaccinare più persone nel minor tempo possibile. Dai dati raccolti finora, per esempio, in Italia, sappiamo che l’efficacia del vaccino (prima e seconda dose, dati dell’Istituto Superiore di Sanità) nel proteggere una singola persona dall’infezione si attesta intorno all’88,5%. Ma, cosa ancora più importante, sappiamo che anche nel caso di infezione (e anche nel caso di infezione da variante delta) il vaccino è estremamente efficace nel prevenire lo sviluppo di sintomi gravi, le ospedalizzazioni e i decessi. Alla luce di questo, e alla luce del fatto che (fortunatamente) le persone vaccinate sono sempre di più, non bisogna stupirsi che si registrino contagi anche tra i vaccinati, evento inevitabile dal momento che nessun vaccino, in nessuna situazione, può garantire l’immunità totale.
A sostegno di quanto detto, arrivano le dichiarazioni di sabato scorso dell’Assessore Regionale alla Salute Razza: “In questo momento in Sicilia in degenza ordinaria ci sono oltre 200 persone. Di queste l’80,4 per cento non è vaccinata. In terapia sub-intensiva ci sono oltre 50 persone, di queste l’82 per cento non è vaccinato. In terapia intensiva ci sono 34 persone di queste l’88, 5 per cento non è vaccinato. Complessivamente oltre l’80 per cento della popolazione ospedalizzata non si è sottoposta nemmeno ad un ciclo di vaccinazioni. In una regione fortemente provata dall’emergenza economica come la Sicilia tenere una condotta di lontananza, di disprezzo e di prevenzione ideologica rispetto alla vaccinazione rischia di essere un danno per il sistema sanitario ma da qui alla fine dell’estate può diventare non una emergenza sanitaria ma una emergenza economica”. Venerdì prossimo, poi, entra in vigore il nuovo decreto covid firmato dal Consiglio dei Ministri che obbliga ad avere il green pass in tutti i luoghi al chiuso dove ci si può sedere a un tavolo.
No quindi per bere un caffè al bancone del bar, sì invece per ristoranti, tavole calde e gli stessi bar se ci si siede al tavolo (sempre al chiuso). Green pass obbligatorio anche per entrare in cinema, teatri, spettacoli, fiere, congressi ed eventi anche all'aperto (comprese le partite di calcio allo stadio), così 2 come per entrare nelle piscine, nelle palestre e nei parchi divertimento. Il green pass permetterà anche di avere accesso alle sale d'attesa dei pronto soccorso e ai reparti ospedalieri per far visita ai familiari ricoverati. Anche su questo punto vogliamo essere estremamente chiari: noi siamo assolutamente favorevoli all’estensione del green pass, che riteniamo non soltanto utile ma necessaria per contrastare l’avanzata della variante Delta ed evitare di ritornare alla chiusura delle attività economiche. Anzi, auspichiamo che l’obbligo possa essere esteso nel più breve tempo possibile anche ai trasporti pubblici. Semmai, bisogna trovare il modo di collaborare con i titolari e i gestori dei servizi e delle attività affinché non ricada tutta su di loro la responsabilità e l’incombenza di verificare il possesso della idonea certificazione. La stessa chiarezza la pretendiamo, però, dall’Amministrazione Catania, che sul green pass è stata finora sibillina.
Ci dica chiaramente il sindaco cosa pensa dell’estensione del green pass, senza rincorrere le posizioni della Meloni, leader del suo nuovo partito, e senza utilizzare, se possibile, il profilo facebook istituzionale del Comune di Mussomeli, che ad altro dovrebbe essere destinato (maggiore divulgazione degli atti ufficiali già presenti all'albo pretorio) e non a raccogliere opinioni personali. Volevamo chiedere anche all’Amministrazione Comunale di valutare attentamente se è il caso di procedere nell’organizzazione di eventi serali estivi, sebbene la necessità di tutti è quella di tornare alla normalità e alla convivialità. Anche quest’anno le autorità ecclesiastiche e prefettizie non hanno consentito le processioni religiose che coinvolgono un grande numero di fedeli. Ci chiediamo se anche lo Stato laico, in questo caso il Comune, non debba contribuire a evitare occasioni di assembramento.
Una cosa è promuovere i “centri estivi” che, ancorché attività ludica, è un servizio ai genitori e ai bambini, altra cosa è promuovere spettacoli teatrali che, riteniamo, non sono essenziali in questo momento di ripresa dei contagi e che richiamerebbero un gran numero di persone da fuori, con tutti i rischi che questo comporta. In conclusione della nostra riflessione invitiamo, altresì, l’Amministrazione ad adoperarsi per l’apertura in “presenza” e in sicurezza delle scuole, attivandosi fin da ora per l’apertura delle mense scolastiche (che garantirebbero il tempo prolungato, ove previsto) e per far si che tutto il personale scolastico si presenti ai nastri di partenza già vaccinato. A tal riguardo, bisognerebbe ascoltare l’appello dei presidi, i quali chiedono da tempo l’obbligo vaccinale per il personale scolastico. E questo vale di più in Sicilia dove, stando ai dati aggiornati ad una settimana fa, il 43% del personale scolastico non ha ricevuto nemmeno una dose. Si tratta di oltre 60 mila persone.
Il gruppo consiliare “ Noi per Mussomeli” Vincenzo Munì, Ruggero Mancino, Giuseppina Mantio, Silvana Castiglione, Eugenia Costanzo