Pubblicato il: 22/09/2015 alle 08:57
Il Krav Maga portato in Sicilia dal maestro Torregrossa continua giorno per giorno la sua scalata verso la popolarità poiché è ritenuto un ottimo sistema alla portata di tutti: dai modi per evitare di trovarsi in situazioni “a rischio” alle tecniche per reagire in caso di aggressione, grazie ai corsi di autodifesa personale, alla pratica delle arti marziali, fino alla nuova tendenza che, dopo avere contagiato Hollywood, si sta diffondendo in tutta italia .
Il Krav maga, però, non è solo un’arte da eroine del cinema. Èuna vera disciplina di difesa personale che deve essere insegnata dai professionisti del settore e permette di proteggersi da qualsiasi attacco fisico, ma anche da aggressioni ravvicinate con qualunque tipo di arma, anche impropria. Più facile da imparare rispetto alle arti marziali e può essere praticata da chiunque desideri avere uno strumento di protezione e acquisire autostima.
La tecnica è stata messa a punto in Israele negli anni Quaranta del secolo scorso per motivi militari, come forma di addestramento delle forze speciali: Krav maga – pronunciato con la a finale accentata – in ebraico significa «combattimento con contatto».
Il metodo adottato in tutte palestre europee è addolcito rispetto a quello originario, che era una vera e propria tecnica militare di combattimento, di sopravvivenza. Si insegna comunque a colpire le parti sensibili del corpo (genitali, collo, naso, occhi): è la peculiarità del Krav maga, che lo distingue dalle arti marziali. Ciò che spinge una persona comune a imparare questa tecnica non è infatti il desiderio della lotta, della gara, ma quello di difendersi.
“Le categorie degli allievi – ha spiegato il Maestro Torregrossa – sono diverse. Ci sono mamme, ragazze, impiegati, padri di famiglia, manager. La richiesta maggiore viene dalle donne, che sentono molto forte il bisogno di sfuggire alle aggressioni”.
Il krav maga, pur attingendo alle arti marziali come il judo, il ju-jitsu , se ne differenzia in quanto l’insegnamento della tecnica non prevede un approccio filosofico e spirituale, ma risponde a criteri di tipo militare, come l’efficacia e la rapidità nella neutralizzazione dell’avversario. Non ha inoltre un’impostazione attendista, dove si aspetta che l’avversario faccia la prima mossa, ma si agisce subito evitando che l’altro possa diventare una minaccia per la propria incolumità. Anche l’apprendimento delle mosse di base deve essere veloce, al contrario di quello che avviene nelle altre discipline da combattimento di origine orientale.
Rispetto alle altre forme di autodifesa il krav maga insegna a colpire l’altro immediatamente, ma non sono previste ripetizioni di colpi. Un’altra caratteristica di questa disciplina è l’allenamento psicologico a mantenere il sangue freddo e ad acquisire quindi sicurezza in se stessi. “Krav maga ha un’unica regola: usare qualsiasi strumento a propria disposizione”. Era solito ripetere l’esperto di arti marziali Wade Allen, mentre insegnava la tecnica di combattimento a Jennifer Lopez, durante la preparazione del film “Via dall'incubo”, in cui la protagonista riesce a difendersi dalle violenze del marito.
Il krav maga è utilizzato anche da alcuni reparti speciali di polizia e dei carabinieri, dalla scuola sottufficiali della Guardia di finanza, dai reparti incursori dei paracadutisti, ma anche dalle guardie del corpo: insegna a difendersi dagli attacchi di armi e a proteggere gli altri.
Ovviamente le finalità di utilizzo della tecnica sono diverse se ad applicarla sono gli appartenenti alle forze dell’ordine, i militari o la gente comune. “Mentre i primi devono bloccare i malviventi per arrestarli, i soldati devono eliminare il nemico. La preoccupazione della persona normale invece è di tutelare se stessa senza incorrere in reati e senza sostituirsi alle forze di polizia. Noi insegnano a difendersi nel più breve tempo possibile e a scappare”.
Per apprendere le tecniche che compongono il krav maga non occorre avere né una particolare forma fisica né una certa mobilità articolare. Le uniche cose che contano sono una forte motivazione e la costanza nell’esercizio, che non è solo corporeo, ma anche psicologico ed emozionale.