Pubblicato il: 16/06/2023 alle 13:06
(Il Giorno) Jaime Moises Rodriguez Diaz, messicano, 42 anni, manager della Nestlè, uccise la moglie strangolandola a mani nude, tentò di uccidere il figlio di 18 anni e per questo fu condannato a 27 anni. Ma per una nuova grave accusa viene chiesto il rinvio a giudizio: attualmente in carcere, è indagato anche per abusi sessuali che avrebbe commesso, tra il 2017 e il 2021, sulla figlia, fin da quando la bimba aveva 10 anni. La ragazza a 15 anni, lo scorso 8 dicembre, si è suicidata, dopo una depressione dovuta alle violenze e alla perdita della madre.
I nuovi terribili elementi di questa vicenda emergono a seguito di un avviso di chiusura delle indagini, coordinate dall’aggiunto di Milano Letizia Mannella e dal pm Giovanni Tarzia, notificato in carcere al 43enne in vista di una nuova richiesta di processo per violenza sessuale aggravata dall’aver “commesso i fatti – si legge nell’imputazione – nei confronti della figlia che non aveva compiuto gli anni quattordici”.
Già nelle indagini sull’omicidio e sul tentato omicidio, condotte dai carabinieri di Rho, tutti e tre i figli della coppia avevano descritto il padre, che è difeso dall’avvocato Iacopo Viola, come “un uomo violento e pericoloso”. Le violenze e i maltrattamenti, avevano raccontato i figli, erano iniziate all’epoca in cui la famiglia viveva in Messico. La famiglia si era trasferita in Italia circa 7 mesi prima dell’aggressione dell’uomo nei confronti della moglie, Silvia Susana Villegas Guzman, che aveva 48 anni, e del figlio. Lui aveva sempre negato di averla uccisa nel corso di una difesa surreale: “Non l’ho uccisa io – aveva detto davanti alla Corte – la sua morte è avvenuta per via di un processo patologico interiore conseguenza del fatto che mia moglie praticava l’autoipnosi”. L’uomo cercò di uccidere anche il figlio che era stato testimone degli stupri alla figlia e e delle violenze sulla mamma.