Pubblicato il: 16/07/2014 alle 09:24
Continua la querelle tra Caltaqua e la nissena Maria Cristina Falci. Dopo la protesta avanzata dalla residente la società di gestione idrica ha sottolineato come quella diffusa tramite i media era “una ricostruzione omissiva, con diverse inesattezze e con alcuni tratti che appaiono lesivi dell’immagine di chi quotidianamente assolve al proprio compito con il miglior impegno e con la necessaria professionalità in relazione alla sua esperienza negli uffici aziendali per la richiesta di chiarimenti in relazione ad una fattura per consumi trimestrali l’importo della quale la stessa ritiene errato”.
Caltaqua ha spiegato che “Vero è che l’utenza in questione è di tipo domestico nonostante il titolare abbia raggiunto l’età pensionabile e riceva la pensione ma è altrettanto vero che l’utente in questione potrebbe (è un’ipotesi) superare i limiti reddituali imposti per usufruire della tariffa agevolata da pensionato.
Bisogna, inoltre, evidenziare che non si tratta di una comune utenza domestica ma di una utenza domestica facente parte di un condominio con un contatore generale di controllo. Ciò significa che ogni utenza ha a proprio servizio un contatore installato direttamente dal gestore ma, rimanendo a carico del condominio la manutenzione della rete, viene anche installato un misuratore generale che evidenzia eventuali differenze di consumo dovute ai metri cubi registrati dallo stesso e la somma di quelli singoli. Nella fattispecie, il totale dei metri cubi segnati dai singoli contatori nel secondo trimestre 2014 e quello registrato dal contatore generale è perfettamente equivalente a dimostrazione del fatto che sino ai contatori singoli non vi è alcuna anomalia e che questi non hanno malfunzionamenti.
Questo è ciò che è stato detto all’utente insieme all’invito, che normalmente formuliamo a chi lamenta un consumo eccessivo e apparentemente immotivato di acqua, Â a far controllare da tecnici di propria fiducia il proprio impianto interno per verificare eventuali perdite o malfunzionamenti”.
Le inesattezze, secondo il parere della signora Falci, però devono essere riscontrate anche dalla ricostruzione di Caltaqua poiché l’abitazione in questione non è annessa ad alcun condominio ma si tratta di “una utenza domestica” di cui la signora è l’unica fruitrice. In aggiunta la signora sottolinea come il contatore sia stato installato “senza chiedere alcun permesso” e, dunque “in modo abusivo nel muro di recinzione” che la querelante ha scoperto soltanto a lavoro ultimato. “Non esiste – continua – alcuna normale richiesta da parte di Caltaqua alla scrivente di permesso per la collocazione del contatore sul mio muro di recinzione e proprietà privata, ma comunque mi risulta con certezza che tale realtà condominiale è stata completamente annullata per volontà degli stessi condomini.
Alla stipula del contratto è stata ribadita più volte la volontà di tutti i condomini di non voler fare più parte del condominio. Evidentemente, con la sua giustificazione, Caltaqua dimostra di non aver rispettato nella formulazione del contratto sottoscritto la volontà di detti condomini. E comunque ribadisco che del condominio la scrivente non ha mai fatto parte ma ha solo subito la collocazione di una postazione di Caltaqua nel proprio muro, senza esser mai stata interpellata, né avere dato alcun permesso; in poche parole ha visto violata la propria proprietà privata. Questo modo di procedere denota l’estremo disprezzo che tale ente mostra nei confronti dei propri obbligati utenti. Per tale inqualificabile comportamento, oltre che per l’estrema arroganza dei propri addetti, dovendo proseguire ad oggi un rapporto obbligato con codesta ditta, mi munirò di registratore per documentare il comportamento degli addetti”.
A questo punto attendiamo la risposta di Caltaqua.
Vedi gli articoli precedenti:
“Bollette idriche alle stelle a Caltanissetta, la mia odissea negli uffici di Caltaqua”