Pubblicato il: 21/12/2017 alle 13:02
Il Centro Storico (C.S.) della nostra città sta attraversando un grave periodo di crisi. Le cause non risiedono nella nuova ZTL introdotta da questa amministrazione, ed è strumentale affermare il contrario. Il problema, però non si risolve né negandolo né adottando logiche di scontro frontale con gli attori protagonisti dell’attuale crisi. Ed è quello che purtroppo si è realizzato negli ultimi anni. Il Partito Democratico ha condiviso un programma elettorale che includeva una maggiore pedonalizzazione del Centro Storico e la realizzazione della ZTL, che doveva però essere realizzata con gradualità e logica pianificatoria. Una gradualità che prevedesse una serie di accorgimenti e servizi che di fatto favorissero il rilancio e il ripopolamento del centro storico attraverso: agevolazioni, a favore di residenti e commercianti, nella mobilità interna, nelle aree di sosta, fiscali e tributarie; la realizzazione di un ulteriore area di parcheggio su Via Rosso di San Secondo; una maggiore e migliore segnalazione, prima della ZTL/Isola Pedonale, sulla disponibilità o meno di posti liberi nei parcheggi del C.S.; l’attivazione di navette gratuite ed ecologiche tra i parcheggi periferici e il C.S.
L’approvazione della delibera sull’arredo urbano, l’approvazione del regolamento sui dehors e l'incentivo ad aprire nuove attività in C.S. hanno mirato, in parte, a colmare quel gap che in molti hanno sollevato, consentendo alla nostra città ed agli esercenti di dotarsi di quegli strumenti atti a potenziare la vitalità, oltre a fungere da vere e proprie leve di richiamo.
Iniziative ricreativo-culturali come quella realizzata dalla V Commissione per il Natale 2016, oppure le iniziative condotte in maniera egregia da associazioni private, come quella di “Piazza a colori”, sono stati altri esempi virtuosi, mai però fino in fondo supportati.
Ora non è necessario essere del tutto cartesiani per denunciare l’ennesimo episodio macchiettistico portato avanti da due ignari (quanto sprovveduti) neoassessori e da un sindaco ormai relegato nella sua torre d’avorio, accarezzato solo da lusinghe romane improbabili e altalenanti, con la sua corte ridotta a lumicino.
Ma andiamo ai fatti. I due nuovi assessori, a pochi giorni dal loro ingresso in Giunta, incontrano i commercianti del Centro Storico e si lasciano andare sulla possibile rimodulazione della ZTL, che prevede addirittura, una riapertura a tempo per vedere l’effetto che fa. Escono tutti contenti, commercianti e assessori salvo poi essere messi in ridicolo dalle dichiarazioni del “padre-padrone” Ruvolo che dichiara: "questa amministrazione non è abituata a fare promesse di alcun tipo, se non una: quella di proseguire nella linea di dialogo con i commercianti, i cittadini e le parti sociali".
Frase che per noi significa: continuiamo ad ascoltare, quando abbiamo tempo, e poi facciamo quello che dico io.
Continua il sindaco: "a dispetto dei toni forse un pò troppo esasperati di chi cavalca il malcontento dei pochi che pretenderebbero l’assunzione di decisioni unilaterali e ingiustificate rispetto ad una strategia sul centro storico che proprio in questo periodo sta dando i suoi frutti".
Verrebbe da ridere se non ci fosse unicamente da piangere. Si parla di unilateralità e di frutti rispetto alla strategia attuata. Se un qualche risveglio c’è è unicamente il frutto dell’iniziativa imprenditoriale di una rete d’impresa giovanile che ha portato all’apertura di nuove attività in seno al mercato storico della “strata a foglia”, supportata e concordata anche dal nostro ex assessore allo sviluppo economico.
In questo nostro tempo è sempre più difficile incontrare persone che abbiano etica politica, coraggio e coerenza nelle scelte politiche. Siamo purtroppo in presenza di una giunta di governo sempre più simile ad un arcipelago di isole non connesse fra loro, neanche da trasporti di fortuna.
Certo il coraggio e l’etica è proprio mancata, ma questa è un’altra storia… una storia che attiene ad un background politico sempre più assente.
Il Partito Democratico ancor più di prima, semmai fosse possibile, prende le distanze da un modo schizofrenico di governare la città, senza alcuna pianificazione, programmazione e reale ascolto, che affonda le sue radici nel racconto immaginario e poco partecipato di “RUVOLANDIA”.