Pubblicato il: 14/05/2020 alle 17:14
Nell’arco di due giorni prima la Sicilia, poi San Cataldo, sono state al centro delle notizie giornalistiche di tutta Italia, con un unico triste filo conduttore: la Lega.
La prima questione riguarda l’accordo tra il Presidente della Regione Siciliana e Matteo Salvini, i quali hanno ufficializzato l’ingresso in giunta regionale della Lega, con la delega niente di meno che alla cultura e all’identità siciliana. Potrebbe essere una barzelletta, se facesse anche ridere. Protagonista della vicenda è anche il segretario della Lega in Sicilia, Stefano Candiani da Busto Arsizio, uno che alla domanda di un giornale di Varese su cosa gli piace di più della nostra terra risponde “tutte le cose che fanno ingrassare”. Musumeci ha deciso quindi di svendere il patrimonio più importante della Sicilia a un partito, la Lega Nord, che ha tra i suoi valori fondanti il secessionismo, l’indipendenza della Padania, e un intrinseco razzismo nei confronti dei meridionali. A nulla serve il cambio di nome operato qualche anno fa, che ha semplicemente sostituito la parola “Nord” con “Salvini”, quello per intenderci che veniva ripreso a fare cori contro i napoletani e da ministro ha avviato una campagna d’odio verso gli immigrati. A loro viene affidata la nostra cultura, il nostro bene più prezioso.
A dimostrazione della qualità della Lega ecco, il giorno successivo all’accordo, uno dei suoi massimi rappresentanti siciliani, il sancataldese Alessandro Pagano, dare della “neoterrorista” a Silvia Romano, venticinquenne appena liberata da sequestratori somali. Una dichiarazione sconcertante, ripresa da tutti i media nazionali, che ha lasciato sgomenti e amareggiati i suoi concittadini. L’On. Pagano ne guadagna qualche ora di popolarità e di critiche, ma non è nuovo a queste uscite: noi lo ricordiamo per il Lodo Mondadori, quando il burattinaio della destra nissena è diventato burattino contribuendo alla legge “ad aziendam”, facendola diventare legge “ad poltronam” riguadagnandosi un posto in parlamento. Ma cosa non ha detto e fatto per mantenere il seggio? Cambio di casacca per tre volte, da Forza Italia a Ncd di Alfano fino a Noi con Salvini, e a seconda del momento storico cambio repentino di opinioni: da garantista di ferro a giustizialista sommario, da uomo solidale verso gli immigrati a duro oppositore dell’immigrazione, da sostenitore del governo Monti e Renzi a fedele seguace di Salvini.
Probabilmente fra qualche giorno i più dimenticheranno la triste uscita di Pagano su Silvia Romano, come hanno dimenticato quelle precedenti, ma una cosa rimane certa ed è il suo fallimento politico. Ha comandato in lungo e in largo, ricoprendo ruoli decisivi, da deputato regionale, assessore regionale, deputato nazionale, ha indicato sindaci e consiglieri, e il disastro del territorio nisseno è sotto gli occhi di tutti. Ha distrutto la sua città, San Cataldo, senza darle una prospettiva di futuro. Questo rimarrà della sua attività politica.
Ma esiste una connessione tra i due avvenimenti? Chissà se la nomina, ancora da decidere, di assessore regionale sia stato un valido motivo per inveire contro una ragazza. Se così fosse, si dimostrerebbe prima ancora di iniziare che di cultura siciliana la lega non ha compreso nulla.
La segreteria del Partito Democratico di San Cataldo