Pubblicato il: 21/01/2014 alle 08:47
“Riforme entro un mese o andiamo a votare”. Il Pd mette a punto l'assalto finale a Crocetta al termine di una giornata convulsa. La quasi crisi siciliana prende forma nei dintorni del Nazareno, dove si svolge la direzione nazionale del partito. Il segretario Giuseppe Lupo si presenta all'appuntamento preceduto da un messaggio chiaro recapitato in mattinata al presidente della Regione: “Noi siamo fuori dalla maggioranza”. E per questo motivo, spiega Lupo, il Pd non parteciperà al vertice di coalizione convocato per domani da Crocetta. “La direzione regionale ha preso questa posizione da tempo, quindi se quello convocato dal governatore è un vertice di maggioranza, noi non ci saremo. Se invece – dice Lupo – si vuole un confronto su provvedimenti utili per la Sicilia, come l'abolizione delle Province, le zone franche urbane e l'acqua pubblica, ci saremo. Ma noi non cambiamo parere ogni 24 ore”.
Èla reazione dei vertici dei dem siciliani alla decisione di Crocetta di congelare il rimpasto dopo l'inchiesta giudiziaria sulle spese folli dell'Ars che ha coinvolto un terzo dei deputati. Il clima resta infuocato anche se Crocetta da giorni lancia segnali di pace. “Questo è uno psicodramma, non una crisi politica – afferma – e io, se ho sbagliato altre volte, oggi mi sento davvero una vittima. Sono pronto al confronto e a un rafforzamento della giunta se necessario. Ma vedo una cattiveria che anche cristianamente non riesco a giustificare”.
In realtà, le diverse anime del partito si sono compattate su una linea di indignazione per quella che ritengono una speculazione da parte del presidente sui guai giudiziari dei parlamentari. E in questo momento anche l'Udc è sulla stessa linea. Anzi, per dirla tutta, sottovoce Crocetta confida di essere convinto che la causa dello strappo con la sua maggioranza sia tutta nel desiderio di entrare in giunta di Lupo e del segretario dell'Udc Giovanni Pistorio.
La questione rimpasto si incrocia giocoforza con le trattative per la candidatura alla segreteria regionale del Pd. E finora il generale sentimento di malcontento nei confronti di Crocetta non ha prodotto un'ipotesi unitaria per la guida del partito. Lupo, anche se non lo conferma ufficialmente, vuole ricandidarsi. Stamattina incontrerà Davide Faraone, responsabile Welfare della segreteria nazionale, che gli proporrà un'altra nomination tuttora avvolta dal mistero. Antonello Cracolici dice che “la candidatura di Lupo sarebbe un errore: la gestione del partito per quattro anni, in un periodo così complesso, logorerebbe chiunque”. E l'area Cuperlo, che si è riunita domenica pomeriggio a Catania alla presenza del presidente del partito, ha espresso la stessa posizione decidendo di proporre una propria candidatura che possa riunire tutte le componenti. Fra i nomi possibili dei cuperliani, quelli di Tonino Russo e Peppe Provenzano. Insomma, senza un'intesa che Faraone faticosamente cercherà ancora in queste ore, il rischio è quello di candidature multiple da sottoporre agli elettori nelle primarie il prossimo 16 febbraio.