Pubblicato il: 22/12/2023 alle 16:52
Davide lavora da più di dieci anni in Norvegia, a Trondheim, nel centro del Paese, una delle più grandi città sui Fiordi. Racconta di lavorare come educatore in una scuola dell’infanzia con bambini dai 3 ai 6 anni di età. Sui suoi social ha deciso di creare un blog in cui mostra la sua vita in uno Stato diverso dall’Italia, e nello specifico, diverso dalla Sicilia, città dalla quale proviene. Con riprese molto spontanee, raccoglie alcuni dettagli e differenze del vivere in Scandinavia rispetto all’Italia e le mostra ai suoi follower. L’educatore emigrato nel Nord Europa è spesso molto critico verso il modo in cui nelle scuole italiane vengono cresciuti i figli. Scopriamo il perché e quale legame c’è con la demografia italiana.
“Quello che vedete non potrebbe mai accadere in una scuola dell’infanzia italiana – dice Davide in uno dei suoi video su TikTok, mentre mostra dei bambini con coltelli da cucina o martelli tra le mani -, perché in Italia, i genitori hanno la denuncia facile, mentre in Norvegia no. In Italia basta che un bambino si faccia un graffio sulla mano che in un attimo genitori inferociti aggrediscono verbalmente gli insegnanti e gli educatori. Quest’ultimi sono costretti a limitare le attività dei bambini per evitare che possano farsi male, mentre nella scuola dell’infanzia in Norvegia, facciamo usare attrezzi da lavoro e i genitori sono d’accordo con tutto ciò”.
“Qui – continua Davide -, i genitori non sono contenti se i figli tornano a casa con i vestiti puliti perché vorrebbe dire che i bambini non hanno speso abbastanza tempo in attività all’aperto. Per molti genitori italiani i bambini andrebbero messi sotto sale e dentro una campana di vetro, per preservarli con cura da un mondo ostile e dalle avversità della vita. Noi in Norvegia, per prepararli alla vita insegniamo loro anche le arti marziali, tutto in maniera regolamentata e con il benestare dei genitori, della direttrice e dei più importanti ricercatori di pedagogia. Durante le ore didattiche organizziamo degli incontri amichevoli tra i bambini. Tutto ciò rafforza la loro autostima, sicurezza, empatia e senso di autoefficacia, così è quasi sicuro che non verranno bullizzati quando più in là andranno alle elementari. Smettetela di farli crescere come principi e principesse nella bambagia, fateli vivere”.