Pubblicato il: 01/06/2020 alle 20:19
Il reddito di cittadinanza potrebbe essere abolito. Il sussidio voluto dal M5s come sostegno per le famiglie in maggiore difficoltà economica, potrebbe non essere inserito nella Legge di Bilancio 2021 per decisione della Corte dei Conti. Nel mirino soprattutto le politiche attive del lavoro.
REDDITO DI CITTADINANZA: IL DURO COLPO DELLA CORTE DEI CONTI. Il reddito di cittadinanza potrebbe essere cancellato dalla Corte dei Conti in quanto, i risultati ottenuti relativamente alle politiche attive del lavoro, ossia al reinserimento lavorativo dei beneficiari, sarebbero stati ad oggi insoddisfacenti.
Secondo i dati forniti da Anpal Servizi, l'Agenzia nazionale delle politiche attive, i percettori del reddito di cittadinanza che, al 10 febbraio 2020, sono riusciti ad ottenere un contratto di lavoro sono circa 40mila.
Inoltre soltanto il 23,5% dei beneficiari ha cercato attivamente lavoro attraverso i centro per l’impiego, e di questi solo il 2,2% lo ha effettivamente trovato. A risultare un fallimento quindi sarebbe anche il sistema che ruota attorno ai centri per l'impiego per i quali, con la scorsa Legge di Bilancio, è stato investito un miliardo di euro.
FALLIMENTO DEL REDDITO DI CITTADINANZA: ALCUNE CONSIDERAZIONI. Al di là dei dati, potrebbe però essere prematuro parlare di vero e proprio fallimento del reddito di cittadinanza e dei centri per l'impiego. Si deve infatti sottolineare che il reddito di cittadinanza è partito a marzo 2019 ma soltanto a settembre 2019 è stato incrementato il personale dei navigator.
Da considerare anche lo stop dovuto al lockdown per il coronavirus e all'immissione di nuove indennità introdotte per le famiglie più colpite dall'emergenza.
Entrambe le condizioni potrebbero dunque aver rallentato la riforma dei servizi per le politiche attive per il lavoro.