Pubblicato il: 07/12/2019 alle 09:08
La Sicilia di Leonardo Sciascia e di Luigi Pirandello subisce ancora dei potenti torti da parte di quelle che sono, o dovrebbero essere, le grandi Istituzioni del nostro paese.
In perfetta sintonia con l’opera sciascianaIl giorno della Civetta, Salvatore Petrottoautore delsaggio Il sistema Montante, edito da Bonfirraro,saràin tour a dicembre in alcuni comuni sciolti in questi anni per mafia da uomini di Stato infedeli.
La prima presentazione si svolgerà a Scicli il 12 dicembre alle ore 18,00 presso l’Opera Pia Ricovero Carpentieri. Oltre all’autore interverranno l’avvocato Bartolo Iacono e Marco Causarano de Il giornale di Scicli.
La seconda presentazione si svolgerà a San Cataldo il 13 dicembre alle ore 18,00presso la Società Cesare Battisti, in corso Vittorio Emanuele. Oltre all’autore interverranno l’editore Salvo Bonfirraro, lo scrittore Gianfranco Cammarata, il giornalista Gianpiero Casagni, l’imprenditore Pasquale Tornatore e l’avvocato Stefano Catuara. Porterà i suoi saluti Luigi Nocera, presidente della Società Cesare Battisti.
Altra tappa sarà Ragusa il 20 dicembre alle ore 18,30presso il Centro di aggregazione culturale. Oltre all’autore interverranno il presidente del Centro di aggregazione culturale Amedeo Fusco e il giornalista Angelo Di Natale.
Infine, il 21 dicembre a Vittoriasi terrà la quarta presentazione. Alle ore 18,00, presso la Sala Avis, l’autore dialogherà con l’editore Salvo Bonfirraro, il giornalista Angelo Di Natale e l’ex sindaco Giovanni Moscato. Modera il giornalista Andrea Sessa.
Ciò che in questi mesi, anni, si sta verificando in Sicilia è il quadro delle malefatte e dei sotterfugi organizzati dai “potenti” che hanno controllato e gestitol’opera pubblica travestiti da angeli ma operanti come reali peccatori. Il caso che in questi anni ha investito l’intera Isola, e non solo, è il cosiddetto “Caso Montante”, un vero e proprio Sistema, come viene definito dalla relazione della Commissione Regionale d’Inchiesta. Un’organizzazione mafiosa manipolata e gestita dai capi alti dell’Antimafia. Suonerebbe come un controsenso, ma è tutto fuorché un controsenso.
Antonello Montante, ex presidente di Sicindustria, adesso condannato a 14 anni di carcere, è stato il paladino di quel Sistema che ha preso il suo nome e che ha visto come burattinai e marionette i volti noti della politica, della società e della scena siciliana; tra questi l’ex presidente Rosario Crocetta, Angelino Alfano, Giuseppe Lumia e tanti altri.
Questi sono alcuni fra i nomi noti coinvolti nel grande cerchio e giro di affari illeciti che ha investito la politica intera, trascinando con sé anche quei giornalisti e sindaci di comuni che nella fattispecie hanno sempre cercato di difendersi dalle manipolazioni e dalle malefatte delle azioni sporche di Antonello Montante il quale, in quanto “uomo potente”, là dove non riceveva consensi espliciti per l’appoggio alla sua sporca attività, faceva sì che molti comuni, “testardi e ribelli”, venissero sciolti per mafia. Esempio fra tutti Scicli, il cui ex sindaco Francesco Susino, spesso, e nelle opportune sedi giudiziarie, ha ribadito la sua innocenza, sostenuto dall’avvocato Bartolo Iacono, facendo emergere dettagli che imputerebbero a Montante ulteriori gravi accuse che, infatti, lo hanno destinato alle sbarre. Altri i comuni come Scicli che sono stati sciolti per mafia e ancora oggi in corso di accertamenti, come Augusta, Vittoria, Canicattì, Misterbianco, Salemi (il cui sindaco all’epoca dei fatti fu Vittoria Sgarbi, il quale ha ribadito la sua innocenza).
I servizi segreti, istituzioni che dovrebbero garantire la sicurezza del nostro paese, sono gli stessi che a favore del Sistema hanno inquinato le prove ai danni di quei sindaci che in realtà non avevano nulla di imputabile se non la ferma volontà, secondo la prospettiva del Sistema stesso, di non volersi associare all’organismo mafioso come quello di Montante & company.
Documenti facilmente riscontrabili nel libro Il sistema Montante di Salvatore Petrotto, ex sindaco di Racalmuto, vittima del Sistema, che ha sempre cercato di obiettare le sporche azioni che gli venivano imposte. Denunce e querele che, finalmente, adesso, la magistratura sta approfondendo; in questi mesi sono infatti molti gli sviluppi che aggraverebbero le posizioni del Montante e di tutti quei giornalisti, politici e uomini dello Stato che hanno appoggiato e favorito il prologo di uno dei più tristi capitoli della storia della società e della politica italiana.