Pubblicato il: 24/06/2014 alle 16:59
Leandro Janni
A proposito dell'imperante degrado della fontana del Tritone, emblema di Caltanissetta che campeggia in piazza Garibaldi e rimasta all'asciutto da troppo tempo, pubblichiamo un intervento di Leandro Janni, presidente regionale dell'associazione ambientalista Italia Nostra.
Eraclito ci racconta che “La morte per le anime è divenire acqua, la morte per l’acqua divenire terra, e dalla terra si genera l’acqua, e dall’acqua l’anima”.
Giorni fa, nel corso di una veloce visita ai nuovi “inquilini” del Palazzo di Città, affacciandomi dal balcone con bandiere del piano nobile, non ho potuto non costatare l’avvilente, perenne stato di degrado della Fontana del Tritone. Una fontana che da troppo tempo, ormai, tutto contiene tranne che acqua. Quell’acqua che, nelle diverse culture della Terra, ha sempre costituito, rappresentato uno straordinario elemento simbolico. Mi è venuta in mente, imprevedibilmente, la Fontana dei Bagni misteriosi, singolare opera scultorea del
maestro della pittura metafisica, Giorgio de Chirico. La Fontana dei Bagni misteriosi è situata nel giardino della Triennale, nel Parco Sempione, a Milano, ed è caratterizzata da otto elementi ambientati in una vasca di forma sinuosa: due nuotatori, un cigno, un pesce, una palla, una cabina, un trampolino e una fonte. La grande vasca, circoscritta da un profilo curvilineo, è percorsa da una trama pittorica a “parquet” che simula l’andatura delle onde. Questa misteriosa “acqua-parquet” è il fulcro del tema dei “bagni misteriosi”, che nasce nel 1934 con le litografie eseguite dall’artista per illustrare Mythologie di Jean Cocteau, tema che fu ampiamente sviluppato in seguito anche in pittura.
“L’idea dei “bagni misteriosi” – racconta de Chirico – mi venne una volta che mi trovavo in una casa ove il pavimento era stato molto lucidato con la cera. Guardai un signore che camminava davanti a me e le di cui gambe riflettevano nel pavimento. Ebbi l’impressione che egli potesse affondare in quel pavimento, come in una piscina, che vi potesse muoversi e anche nuotare. Così immaginai delle strane piscine con uomini immersi in quella specie di acqua-parquet, che stavano fermi, e si muovevano, ed a volte si fermavano per conversare con altri uomini che stavano fuori della piscina pavimento”.
I bagni misteriosi, opera di De ChiricoRitorniamo alla nostra Caltanissetta. Alla Caltanissetta contemporanea. Mi chiedo: se è difficile, quasi impossibile gestire l’acqua vera, biologica della Fontana del Tritone, perché allora non fare ricorso all’acqua metafisica di ispirazione dechirichiana? Ovvero: perché non sostituire l’acqua con una rappresentazione dell’acqua, utilizzando ad esempio luminose, vibranti ceramiche policrome che riprendono il motivo grafico dei “bagni misteriosi”? E in fondo, a ben pensarci, anche il grande Federico Fellini, a Cinecittà, realizzava l’indomita “acqua” con teli di plastica e un sapiente, magico gioco di luci e ombre. Insomma: “A mali estremi, estremi rimedi” – direbbero le persone di buon senso.