Pubblicato il: 28/04/2021 alle 16:59
Dopo i dati sulla protezione dalla malattia, arrivano dati sull'efficacia del vaccino della Pfizer nel prevenire il contagio e indicano che la protezione è del 70% 21 giorni dopo la prima dose e sale all’85% a una settimana dalla seconda dose. Pubblicata sulla rivista The Lancet, la ricerca è stata condotta fra dicembre 2020 e l’inizio di febbraio 2021 fra più di 23.000 medici e infermieri attivi in 104 centri britannici, quindi in un periodo in cui la variante del virus sarsCoV2 più diffusa era quella inglese (B1.1.7)
«I nostri risultati forniscono una forte evidenza che la vaccinazione di adulti in età lavorativa può ridurre sostanzialmente l’infezione da SarsCoV2» e di conseguenza "potrebbe aiutare a ridurre la trasmissione dell’infezione nella popolazione», scrivono gli autori della ricerca, coordinata da Victoria Jane Hall, dell’Istituto britannico di sanità pubblica (National Institute for Health Research), e condotta in collaborazione con l’Università di Oxford.
I ricercatori osservano che, sebbene per consolidare questo primo risultato occorrano nuove analisi ripetute nel tempo, «la vaccinazione non elimina completamente il rischio di infezione e, pertanto, i dispositivi di protezione individuale e i test asintomatici regolari dovranno continuare a essere utilizzati fino a quando la prevalenza del virus SarsCoV2 sarà così bassa da ridurre il rischio di trasmissione». Nell’articolo viene citato un dato analogo, pubblicato in precedenza sul vaccino di Astrazeneca, per il quale risulta che l'efficacia nel ridurre la trasmissione dopo la prima dose è del 51%.
«Sono dati che dimostrano come anche dopo la vaccinazione anti Covid continui a esistere, anche se in misura minore, il rischio di contrarre e trasmettere l'infezione», osserva il virologo Francesco Broccolo, dell’Università di Milano Bicocca. «Lo studio britannico – aggiunge – dimostra che dopo la vaccinazione le infezioni si riducono in modo rilevante, ma non completamente, e di conseguenza l’utilizzo della mascherina rimane raccomandato». Rispetto al periodo in cui è stata pubblicata la ricerca britannica, inoltre, «adesso il quadro è più complesso perché circolano nuove varianti del virus SarsCoV2 e per alcune non sappiamo ancora quale sia il grado di protezione da parte dei vaccini». Quello che è certo, prosegue Broccolo, è che «dopo il vaccino non abbiamo una copertura dalle infezioni pari al 100%. Finora questa era solo un’ipotesi fondata: adesso abbiamo i primi dati che la dimostrano».