E' ormai diventato un vero e proprio punto di riferimento a livello nazionale il Vascular Team dell'ospedale Sant'Elia di Caltanissetta coordinato dalla dottoressa Rita D'Ippolito nell'ambito del reparto di Rianimazione diretto dal primario Giancarlo Foresta. Dopo gli ottimi risultati sul campo e la presenza della dottoressa D'Ippolito al 72° Congresso Nazionale del Siarti, oggi è stato organizzato, proprio nella sala convegni dell'ospedale Sant'Ela il convegno regionale dal titolo "L'importanza del nursing degli accessi venosi per il risparmio del patrimonio venoso". A presiedere il convegno, organizzato da Pio Alcamisi, consigliere Ivas (Italian Vascular Access Society) il presidente nazionale dell'Ivas Baudolino Mussa. "Per noi è fondamentale girare l'Italia – ha detto Baudolino Mussa – per portare avanti un messaggio: le vene dei nostri pazienti sono importanti e non vanno né distrutte né danneggiate da terapie improprie, e il lavoro che sta facendo il gruppo dell'ospedale Sant'Elia è fondamentale proprio per tutelare la qualità di vita e la qualità di assistenza dei pazienti e sono felice di essere qua. Oltretutto una bellissima città che non conoscevo e quindi faccio i complimenti perché è a misura d'uomo, e soprattutto voglio sottolineare il bello di vedere tanti giovani professionisti oggi seduti qui in platea ad ascoltare e a condividere la loro esperienza per crescere. In Italia compriamo 33 milioni di canule venose periferiche, di queste ne impiantiamo la metà. Queste sono tutti aghi che finiscono nelle vene dei pazienti magari per pochi giorni con il risultato di distruggerle mentre i Picc rimangono nei pazienti in media 6 mesi. Quindi vuol dire che chi ha bisogno di un accesso vascolare per tempi anche non lunghissimi deve avere un accesso vascolare pregiato perché altrimenti si parla soltanto di dolore, sofferenza e distruzione di una ricchezza che poi non ricresce più. Quindi qualcosa che puoi avere a 40 anni e non avere più a 90 e quindi anche un prelievo diventa un problema. E questo per noi è antietico, è qualcosa che in una società moderna non si deve fare". Soddisfatta Rita D'Ippolito per l'ennesimo riconoscimento ad un gruppo che lavora instancabilmente per garantire l'assistenza al paziente. "Sono fiera di far parte del Siarti, che è la nostra società scientifica, e allo stesso tempo della presenza di Pio Alcamisi come consigliere nazionale dell'Ivas. Una grossa soddisfazione per noi – ha sottolineato Rita D'Ippolito – che diamo al paziente una risposta concreta e reale con i fatti perché oltre a impiantare l'accesso vascolare noi seguiamo il destino del catetere fino alla fine della terpia del paziente. Quindi non lo abbandoniamo qualisasi complicanza possa avere. Anche se mi piace sottolineare che ormai le complicanze si avvicinano allo zero, visti tutti gli accorgimenti, dal momento che seguiamo tutte le linee guida a livello nazionale. La qualità di vita del paziente è dunque notevolmente migliorata. I numeri sono in crescita. Abbiamo raggiunto i 400 impianti in un anno e quindi possiamo essere più che soddisfatti. Parlo di Picc mentre per quanto riguarda i Port, che sono accessi toracici, ci aggiriamo attorno ai 200. Una qualità che oggi possiamo assolutamente garantire e assicurare".