Pubblicato il: 11/08/2014 alle 15:30
Il WWF di Caltanissetta continua la lotta ai bracconieri e ai “nemici” degli animali che, per motivi di profitto, maltrattano gli uccelli autoctoni e li costringono a condizioni di vita inaccettabili e che, talvolta, portano alla morte. Una lotta che i volontari scelgono di portare avanti nonostante la diffusione capillare del fenomeno illegale e l'impossibilità di rientrare nelle spese (rifornendo i veicoli di carburante a loro spese).
In particolare, in questo periodo, diventano una facile e remunerativa preda i cardellini che, nati in primavera, possono essere venduti nel mercato clandestino dell'avifauna selvatica ai danni dello Stato e della natura.
In particolare, in queste ultime settimane sono stati fermati un bracconiere nisseno e una donna che, in possesso di una regolare licenza di allevamento, possedeva animali non registrati e in condizioni non idonee.
La scorsa settimana, durante un ordinario servizio di vigilanza nel territorio agricolo compreso fra i comuni di Mussomeli e Marianopoli (CL), le Guardie Giurate volontarie del WWF di Caltanissetta il coordinatore provinciale Ennio Bonfanti e il vice-coordinatore Calogero Aprile, hanno colto nella flagranza di reato di uccellagione un noto bracconiere nisseno mentre catturava alcuni cardellini di specie particolarmente protetta. L'uomo, per la cattura, utilizzava due “richiami vivi”: un cardellino rinchiuso in una minuscola gabbietta appesa ad un cespuglio, crhe con i suoi versi “richiamava” altri conspecifici e un altro, usato come “zimbello”: una zampetta risultava legata con uno spago ad un pezzo di ferro che “ancorava” il volatile al suolo, in modo da svolazzare continuamente senza però riuscire mai a liberarsi. “Si tratta – spiegano le guardie WWF – di una odiosa e crudele pratica molto usata nelle tese di caccia e di uccellagione, in cui i malcapitati uccelli, con i loro svolazzi, servono a indurre quelli liberi a calare negli appostamenti; quando è stato recuperato dalle Guardie WWF, il cardellino era stremato ed esausto per il continuo dibattersi delle ali, ed aveva una ferita alla zampetta causata dallo stretto legaccio”.
Bonfanti e Aprile hanno immediatamente contattato la Stazione dei Carabinieri di Marianopoli per fermare e identificare il bracconiere che, dopo il controllo dei militari, è stato trovato in possesso di 4 altri cardellini appena catturati e chiusi al buio dentro un borsone da viaggio. Per fortuna tutti gli animali erano in buone condizioni di salute e sono stati immediatamente liberati. Il cardellino “zimbello”, invece, è stato affidato alle cure del WWF perchè necessitava di cure dopo i maltrattamenti subiti.
L'uccellatore nisseno è stato deferito all'Autorità giudiziaria per varie ipotesi di reato e rischia oltre 3 anni di reclusione e 30mila euro di ammenda per i reati di esercizio dell'uccellagione, detenzione di specie particolarmente protette, uso di richiami vietati, maltrattamento e sevizie di animali.
Non si tratta della prima operazione portata avanti dal WWF per tutelare i cardellini: qualche settimana fa, in un'altra operazione di contrasto al fenomeno del traffico illegale di fauna selvatica era stato segnalato al personale della Stazione dei Carabinieri di Montedoro un “allevamento a scopo ornamentale ed amatoriale” di cardellini, gestito da una donna di 49 anni. Dall'ispezione è emerso che, nonostante la donna fosse in possesso di regolare licenza, teneva l'allegamento in uno stato irregolare: sono stati sequestrati, infatti, 4 cardellini (tre vivi ed uno morto) privi di anello identificativo alla zampa e, perciò, detenuti illegalmente; gli animali non risultavano inseriti nei registri di carico e scarico dell'allevamento e non vi era alcuna documentazione che attestasse l'origine di ciascun esemplare detenuto.
Sono tuttora in corso, su tutto il territorio provinciale, ulteriori accertamenti ed indagini da parte degli esperti del WWF che stanno monitorando altri siti di uccellagione. Purtroppo il controllo capillare e costante del territorio non è semplice a causa della vastità degli spazi da monitorare; le Guardie del WWF, inoltre, sono costrette ad autotassarsi per l'acquisto del carburante necessario per i servizi di vigilanza.
“Nel Nisseno come nel resto della Sicilia quella dell'uccellagione e del traffico di cardellini ed altri fringillidi sono fenomeni di palese illegalità duri a morire – denuncia Ennio Bonfanti, coordinatore del Nucleo Provinciale Vigilanza WWF -; tuttora dalle nostre parti vi sono purtroppo numerosi soggetti che, con reti e trappole, si dedicano praticamente tutto l'anno ed ogni giorno a catturare i piccoli uccelli canori. Gli uccelli sottratti alla vita selvatica sono poi venduti in maniera clandestina agli “amatori” ed allevatori, che sono disposti a pagare anche centinaia di euro per un buon esemplare di cardellino dal canto melodioso. Un traffico che si autoalimenta costantemente, per cui non è raro vedere in piena città decine di gabbiette appese ai balconi in cui sono detenuti cardellini ed altri volatili selvatici. Le Guardie del WWF – prosegue Bonfanti – si sono specializzate nella lotta a questo fenomeno di bracconaggio “autoctono”, in collaborazione con l'Arma dei Carabinieri e le altre forze di polizia locali: seguendo le segnalazioni dei cittadini e le proprie indagini, gli Agenti del WWF ogni anno organizzano controlli mirati, denunciando periodicamente vari uccellatori e trafficanti”.