Pubblicato il: 22/10/2014 alle 15:11
Che fare contro il sovraffollamento di immigrati a Caltanissetta? Se in altre città siciliane la presenza dei profughi sbarcati rappresenta giocoforza un business e vi ruota un'economia, nel capoluogo nisseno questa politica stenta a decollare. Da mesi la Prefettura nissena ha dato il via libera alla demolizione delle baraccopoli ricadenti nella zona di Pian del Lago, dove centinaia di profughi s'erano accampati anche nelle strutture sportive in attesa di entrare nel Cara per richiedere la protezione umanitaria o avanzare richiesta di asilo politico. L'ultimo accampamento abusivo è stato distrutto sabato scorso. E ieri a Caltanissetta ha fatto tappa la commissione europea sull'Immigrazione presieduta da Martin Schieffer che ha visitato i luoghi in cui sono ospitati i migranti per verificare l'utilizzo dei fondi Ue spesi per l'accoglienza alle migliaia di profughi accolti nelle strutture governative.
Secondo il prefetto Valente, occorrono che tutti – il Comune in primis – si attivi per attivare le politiche di accoglienza dei migranti che arrivano a Caltanissetta. Ma l'analisi che oggi il prefetto Valente ha tracciato ai giornalisti riguarda anche il capitolo della sicurezza, l'altra faccia della presenza dei migranti in città.
“Il prefetto deve anche guardare l'adeguamento del numero degli immigrati dentro una città. Ed è chiaro che nel momento in cui faccio una scelta che può sembrare drastica di non buttarli fuori o di non accoglierli con altre strutture è perché ho altre strutture. Credo che la città di Caltanissetta non ha bisogno di altri immigrati, poi se ci saranno le condizioni affinché sia in grado di accoglierne altri e creare l'integrazione, ben vengano perché sono opportunità per gli operatori economici. Basti pensare che a Trapani esistono 18 strutture per 2800 persone accolte, noi abbiamo sette strutture per 446 persone. Quindi Trapani ha puntato su questo punto e ha dato la possibilità agli operatori economici d'albergo che gestiscono strutture a 3 e 4 stelle, attraverso organizzazioni umanitarie, gestiscono immigrati attraverso una convenzione con appalti in sinergia con a prefettura”.
“Ciò porta economia per una città – osserva Valente – perchè immaginate che 100 persone per 30 euro pro capite al giorno un albergatore incassa 3.600 euro giornaliere, è chiaro che questa cifra dà da mangiare all'operatore, al mediatore culturale, allo psicologo, alle mense, al pocket money. Una serie di servizi che questo ente gestore dà agli immigrati ma che compra servizi con personale di Caltanissetta, se è in grado.
Una forma di economia da una parte, ma dall'altra parte dobbiamo contemperare il discorso dell'accoglienza e dell'integrazione. Non possiamo tenere persone che girovagano per Caltanissetta, oggi sono 450 nel centro e altre 446 fuori dal centro. Ben mille persone che girano liberamente che non sono detenute in quanto richiedenti asilo politico. Allora è chiaro che se sono accolti bene e non hanno necessità di occupare le case dei nisseni o svolgere attività illecite come vendere sigarette di contrabbando alla villa. Una serie di negatività che abbiamo tentato di evitare, dando liquidità piuttosto che sigarette. Chi non fuma piazza il pacchetto di sigarette al mediatore, li raccoglie e ci guadagna, dando la metà a chi gli ha ceduto il pacchetto”. Insomma un business illegale
“Quindi abbiamo evitato ciò creando una carta di credito pregapagata si danno i 2,50 euro al giorno a mo' di moneta. Se tu fumi compri le sigarette, se non fumi te lo vai a spendere per altre esigenze. Un modo per generare liquidità. Ho raccolto le lamentele dell'associazione nazionale tabaccai che mi hanno segnalato la problematica e mi sono attivato con la cooperativa Auxilium. E' un tema che attenzionamo giornalmente quello dell'immigrazione, il fatto che non intervengo per tre mesi non vuol dire che stiamo sottovalutando il problema e che non facciamo nulla. C'è un controllo della Prefettura sulle strutture gestite e quindi con la scusa della visita della commissione che ha eseguito i controlli sull'utilizzo dei fondi europei spesi per l'accoglienza, ho voluto dire cosa è stato fatto”.
Valente ha anche spiegato di aver affrontato la tematica dell'immigrazione a Caltanissetta come una emergenza diversa. La maggior parte dei profughi che arrivano in città provengono da altre città italiane e in prevalenza sono pakistani arrivati a bordo di mercantili, a piedi dalla frontiera dell'est o in container da Ancona o dalla Puglia. Il tam tam di voci fra connazionali li porta qui, nella Eldorado di Sicilia, dove è folta la comunità di pakistani e le procedure di riconoscimento dello status di rifugiato procedono a passo spedito.
“Abbiamo voluto dare un segnale forte – ha aggiunto Valente -. Per togliere gli oltre 200 pakistani alloggiati nelle baraccopoli ho detto alla direzione di Roma di trattarli come se si trattasse di migranti provenienti da uno sbarco, quindi sono stati presi con volo aereo per Roma e dirottati in altri centri di accoglienza italiani del centro Italia e tutti in contemporanea. Se ci chiedono l'asilo politico non possiamo tirarci indietro. Non posso creare altre strutture in continuazione se non ho i posti disponibili nel centro. Li facciamo caricare dalla Polizia? Quanti centri deve avere Caltanissetta? Quale è il limite? Dobbiamo dare condizioni di vivibilità ad una popolazione che deve poter sopportare e deve aver lo sviluppo per poter convivere con questo fenomeno. E' un fenomeno che non si estinguerà subito, che non finirà domani”.