Pubblicato il: 07/08/2024 alle 13:00
AGRIGENTO – La polizia ha fermato due immigrati, un sudanese e un giovane proveniente dal Sud Sudan, ritenuti gli scafisti che avrebbero portato a Lampedusa il 2 agosto scorso 15 migranti. Avrebbero condotto e governato, tracciando la rotta, un’imbarcazione di legno lunga sette metri senza il carburante necessario a giungere a destinazione.
Avrebbero anche esposto le persone al rischio di morire in mare. I fatti come detto sono avvenuti la notte del primo agosto. E fortunatamente in acque internazionali, a circa 24 miglia nautiche a sud di Lampedusa, la Guardia Costiera ha intercettato alla deriva la barca. A bordo erano in 17 migranti.
L'inchiesta
L’attività di indagine condotta presso l’Hotspot di Lampedusa dallo SCO, dalla SISCO di Palermo e dalla Squadra Mobile di Agrigento, attraverso l’audizione di tutti i migranti sbarcati, ha consentito di ricostruire le fasi della traversata in mare dalle coste libiche a quelle italiane.
In particolare, gli elementi acquisiti nel corso dell’indagine hanno fatto emergere che i due indagati, nelle fasi dell’imbarco lungo la costa di Zawiya, sarebbero rimasti staccati dal resto dei migranti che poi ha affrontato il viaggio, poiché, secondo le dichiarazioni acquisite, erano impegnati a parlare con i libici organizzatori della traversata, dai quali ricevevano le indicazioni per il viaggio, una bussola ed un telefono satellitare per tracciare la rotta verso le coste italiane.
I Decreti di Fermo del Pubblico Ministero emessi dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento sono stati eseguiti nella mattinata odierna e gli indagati sono stati associati in carcere, in attesa dell’udienza di convalida.
Le indagini sono ancora in corso e le responsabilità penali dei due indagati saranno oggetto di accertamento in contraddittorio in sede di giudizio.