Pubblicato il: 23/07/2014 alle 08:29
Cinque scafisti del viaggio che si è interrotto il 19 luglio nel canale di Sicilia sono stati arrestati per omicidio plurimo. Si tratta di Mhamed Morad Al Fallah, 21 anni, di Damasco, Youssef Dahman, 21 anni, di Fes (Marocco), Abdrzakc Asbaoui Asbaoui, nato a Bnimlal (Marocco), 25 anni, Saddam Abuhddayed , nato a Khanyounis (Palestina), 25 anni, Jamal Rajeb, 32 anni, nato in Arabia Saudita. Tanti, infatti, non sono riusciti a sopravvivere a quel viaggio in condizioni inumane. Tre di loro stavano cercando di fuggire: nelle loro tasche la polizia ha trovato dei biglietti per un pullman diretto a Milano.
Il barcone carico di migranti (561 all’arrivo), poi recuperato da una petroliera danese, è arrivato a destinazione con circa un centinaio di persone in meno. Dal racconto dei sopravvissuti gli inquirenti hanno scoperto che circa una sessantina di persone sono state prima accoltellate e poi gettate in mare.
Vittime scelte “a caso” in coperta o dalla stiva, uomini o donne: la brutalità degli scafisti (tra cui un commerciante, un operaio e un imbianchino) non faceva distinzione.
Non ci sono dubbi sulla colpevolezza dei cinque arrestati: ‘Le testimonianze concordano sulle modalità con cui decine di profughi sono state ammassate all'interno della stiva del barcone e chiuse dentro – si legge da una comunicazione ufficiale -. E' stata tolta la scala interna e chiusa la porta dall'esterno eliminando così l'unica presa d'aria alla stiva. In pochi minuti il calore è diventato insopportabile e l'aria irrespirabile a causa dei gas di scarico del motore. La disperazione ha spinto quindi i prigionieri a forzare la porta e salire in coperta”.