Pubblicato il: 16/01/2024 alle 14:33
Angelo Menapace, ex panettiere di Tuenno (Trento), si trova nel mezzo di una situazione a suo dire paradossale: l'Inps gli ha chiesto 19mila euro per aver svolto un lavoro dopo essere andato in pensione. Per il 67enne, che ora fa ricorso, è una vicenda «kafkiana, senza precedenti non solo in Italia ma forse nel mondo».
In quel frangente, l'uomo avrebbe guadagnato solo 280 euro per aiutare il cugino nel mese di agosto, nel 2021. Non un lauto compenso, che l'ex panettiere pensava di poter percepire nonostante si fosse ritirato grazie a “Quota 100” a 63 anni, riporta l'Adige.
I guai per Angelo Menapace hanno inizio nell'agosto 2021, quando il cugino, gestore di una pescheria, gli chiede un aiuto nel negozio. «Era disperato», ha raccontato Menapace, «all'inizio ero restio, ma vedendo la sua situazione ho accettato, ma a una condizione: mettermi in regola».
Nel mese di agosto, Menapace accumula 30 ore di lavoro, ricevendo in compenso 280 euro. Tuttavia, la sorpresa amara arriva in ottobre: l'assunzione non è compatibile. L'uomo va all'Inps, secondo cui «forse per un importo così ridotto non interverranno, ma tutto dipende dal funzionario».
Nel 2022, l'Inps notifica a Menapace la restituzione di un anno di pensione. Per il 67enne è eccessiva la richiesta di 19mila euro per un compenso di 280 euro, su cui ha già pagato le tasse. Ha presentato un ricorso tramite il sindacato dei commercianti, respinto dall'Inps, e ora ne farà un altro attraverso il suo avvocato.