"Il recente straordinario risultato ottenuto dallo Stato con l’arresto, dopo trent’anni di ricerche, di un importante latitante dell’ala corleonese di “cosa nostra”, non deve farci peccare di facile ottimismo, poiché il pericolo di ripiombare nelle preoccupazioni di un periodo storico che, a torto, da parte di qualcuno, si crede ormai alle spalle, è in realtà sempre presente". E' quanto ha affermato dal procuratore generale di Caltanissetta Antonino Patti, nel corso del suo intervento in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario, in riferimento all'arresto di Matteo Messina Denaro. Patti ha ricordato che Messina Denaro è al momento imputato a Caltanissetta come mandante delle Stragi di via D'Amelio e Capaci in Corte d'assise d'appello dopo la condanna all'ergastolo in primo grado. Nel corso del processo "sono state minuziosamente analizzate – sottolinea Patti – le varie articolazioni territoriali dell’organizzazione “cosa nostra”, i rapporti tra le province mafiose nonché i collegamenti di queste con altre organizzazioni criminali, ricostruendo l’ascesa al vertice di “cosa nostra” siciliana di Messina Denaro. In particolare, il suo strettissimo rapporto con Riina del quale è stato pupillo e fedele collaboratore tanto da essere destinato, per volontà di questi, a succedergli nel ruolo di capo assoluto di “cosa nostra”. Tematica di particolare interesse che emerge dall’istruzione probatoria è stata quella del ruolo, già di primissimo piano, del Messina Denaro negli anni della stagione stragista. E’ stato accertato, infatti, che egli capeggiò il sestetto di uomini d’onore, tra i quali anche Giuseppe Graviano, che nel febbraio del 1992 fu mandato a Roma da Salvatore Riina per cercare Giovanni Falcone ed attentare alla sua vita". Grazie ha poi aggiunto Patti "al procuratore Salvatore De Luca per l'impegno e la determinazione con cui sta guidando la Procura in una monumentale attività d'indagine che oggi, pur a distanza di tanto tempo, vuole fortemente far luce sugli scenari di anni e aspetti che, ancora oggi, appaiono avvolti da una nebbia malefica".