Pubblicato il: 14/10/2013 alle 09:20
La grinta del campione s'è spenta per sempre in una piovigginosa notte d'ottobre. Dopo aver brindato in compagnia di amici e colleghi per l'acquisto della nuova auto. Quell'Audi A4 che sulla strada che collega Ostia a Roma ha sbandato, finendo in una scarpata e schiantatasi contro un muro. Il filo che legava alla vita il nisseno Giuseppe Amico, agente della Polizia di Stato di 29 anni in servizio nel gruppo sportivo delle Fiamme Oro, s'è spezzato alcuni giorni fa all'ospedale San Camillo di Roma, una decina di ore dopo quel maledetto incidente autonomo sulla strada verso casa. Troppo gravi le condizioni del giovane poliziotto, ma non al punto da compromettere la funzionalità dei suoi organi che – su consenso dei familiari – sono stati espiantati ridando così a sei persone la speranza di continuare a vivere o di riavere una vita normale.
L'agente, che era effettivo alla Questura di Roma dov'era arrivato otto anni fa dopo aver lasciato Caltanissetta, aveva trascorso la serata in un ristorante sul litorale romano con alcuni amici per festeggiare il recente acquisto della fiammante berlina. E a tarda ora – erano circa l'una e mezza – Amico stava rientrando verso la Capitale quando ha perso il controllo all'altezza dell'incrocio fra via Chiaraluce e il ponte di Tor Bocciana, mentre percorreva una curva. Èin questo tratto che la macchina di Peppe Amico è finita nella scarpata, schizzando per alcuni metri fin quando è piombata addosso ad un muro.
Quanto abbia l'inciso l'asfalto reso viscido dalla pioggia, lo diranno i rilievi effettuati dai vigili urbani del X Mare di Roma. Il giovane atleta nisseno è stato soccorso dal personale del “118” e d'urgenza trasferito all'ospedale Grassi di Ostia. Ma il suo quadro clinico, fin da subito, è apparso critico. Così Peppe Amico è stato dirottato al “San Camillo”, dove in giornata sono arrivati i suoi genitori Vincenzo – ex ispettore alle Volanti di Caltanissetta da anni in pensione – e Anna Mallia, insieme ai fratelli più piccoli Umberto, Chiara e Gabriele che da tempo vivono ad Agrigento, dopo aver vissuto per anni nel capoluogo nisseno nel rione San Michele. Ma quando i medici hanno capito che per Giuseppe non c'era più nulla da fare, i familiari hanno dato il consenso all'espianto multiplo d'organi.
E i funerali si sono celebrati sabato in una stracolma chiesa della Madonna delle Divina Provvidenza, nella città dei Templi, a cui hanno partecipato anche i tantissimi amici nisseni d'infanzia e della comitiva del viale della Regione che Peppe, seppur distante, non aveva mai dimenticato e con i quali spesso si incontrava quando ritornava a Caltanissetta. La carriera sportiva di Peppe Amico che l'ha portato nel prestigioso gruppo sportivo della Polizia è iniziata da adolescente nei campi di Tiro a segno nazionale di Caltanissetta. Da lì è stato un crescendo di partecipazione a gare regionali e nazionali fin quando l'atleta è transitato passato al poligono di Catania, spiccando anche qui qui per la sua mira. Un eccellente tiratore tant'è che un mese fa Amico è salito sul podio dopo aver vinto i campionati italiani a squadra nella carabina libera a terra. Ma questo sport non era l'unico da lui prediletto: già perché Giuseppe Amico praticava il kite surfing, una variante del surf che attraverso un aquilone gli consentiva di volteggiare sulle onde. “Un ragazzo generoso e orgoglioso della divisa che indossava”, è il ritratto tracciato dei suoi amici, commossi.