Pubblicato il: 14/09/2013 alle 10:54
Quattro ore di autopsia per sapere come e perché la piccola Gloria Maria Ascia, 2 anni compiuti ad agosto, affetta da anemia falciforme, è morta cinque ore dopo l’istallazione di un catetere alla giugulare che avrebbe permesso a medici e infermieri di somministrare farmaci senza farle provare dolore. Sull’errore nella scelta del catetere da posizionare o su una manovra operatoria sbagliata ruota l’indagine avviata dai Carabinieri di Roma per chiarire cosa sia accaduto mercoledì mattina nella sala operatoria del Policlinico di Tor Vergata.
Ci sono 7 indagati dalla procura tra medici, infermieri e anestesisti presenti in sala operatoria. Tutto il materiale è stato sequestrato e il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha attivato i servizi ispettivi. I Nas hanno sequestrato i macchinari utilizzati per l’intervento alla piccola Gloria Maria perché, secondo un primo accertamento, l’innesco di un catetere più grande del dovuto avrebbe provocato la rottura della vena creando una emorragia interna con conseguente collasso del polmone destro.
E’ quanto emergerebbe dall’esame autoptico effettuato ieri pomeriggio nella sala mortuaria del Policlinico. Secondo la documentazione acquisita dai carabinieri, subito dopo la tragedia alle 14 di mercoledì è stata effettuata una radiografia sulla bambina dalla quale già emergeva la presenza di sangue nel polmone, malgrado ciò la piccola sarebbe stata rimandata lo stesso al reparto.
Saranno fatti accertamenti sul catetere impiantato nella bambina di due anni e mezzo morta mercoledì scorso al Policlinico di Tor Vergata di Roma. I carabinieri della Stazione di Tor Vergata, che indagano sulla vicenda, hanno sequestrato il catetere, recuperato dopo l'autopsia svolta ieri, e lo hanno messo a disposizione della magistratura. Le verifiche saranno volte ad accertare se il catetere era troppo grande per essere impiantato in una bambina e le dimensioni non compatibili con gli organi abbiamo causato la rottura della vena e il conseguente “collasso” di un polmone invaso dal sangue. Per la vicenda al Procura di Roma ha iscritto nel registro degli indagati sette fra medici, infermieri ed anestesisti, ovvero l'equipe medica che ha eseguito l'intervento pre operatorio dell'inserimento del catetere e i sanitari che avrebbero dovuto monitorare la paziente una volta uscita dalla sala operatoria. La piccola era in attesa del trapianto di midollo osseo.