Pubblicato il: 22/03/2024 alle 15:18
La tecnologia può letteralmente salvare la vita, fino al punto di diagnosticare un infarto a distanza in un paziente inconsapevole permettendo ai medici di agire immediatamente.
Tutto questo grazie ad un defibrillatore ‘angelo custode' ed ai cardiologi del Policlinico Gemelli di Roma, che hanno raccontato il caso sulla rivista British Medical Journal Case Reports. Un defibrillatore impiantabile ha dunque consentito di scoprire un infarto acuto a un paziente a rischio di aritmie mortali e di ‘avvertire' i cardiologi della centrale di controllo del Policlinico Gemelli che hanno fatto arrivare subito in ospedale l'ignaro paziente, senza sintomi specifici, per salvargli la vita con un'angioplastica.
Seguire i pazienti a distanza, una volta usciti dall'ambulatorio o dal ricovero in ospedale per vedere come si comporta il loro cuore mentre tornano alle loro normali attività quotidiane, persino durante il riposo notturno, è diventato da anni prassi comune, grazie all'importante sviluppo tecnologico che hanno avuto i dispositivi elettronici impiantabili, quali defibrillatori, pacemaker o device per il monitoraggio. Il continuo invio di segnali dall'apparecchio impiantato al paziente, alla centrale di monitoraggio dell'ospedale, consente al cardiologo di rilevare i problemi sul nascere e di intervenire tempestivamente. È quanto accade al Gemelli, dove l'unità di Aritmologia riceve ogni giorno un'enorme quantità di informazioni teletrasmesse dai dispositivi dei pazienti seguiti.
Ma a volte le potenzialità di queste tecnologie superano le aspettative. Come nel caso del signor Mario (nome di fantasia), la cui storia è descritta nell'articolo appena pubblicato. “Il monitoraggio da remoto dei parametri rilevati da dispositivi impiantabili – ricorda Gemma Pelargonio, responsabile della Uosd di Aritmologia della Fondazione Policlinico Agostino Gemelli Irccs e docente di Cardiologia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, campus di Roma – rappresenta oggi uno strumento importante nella pratica clinica. In questo modo, oggi seguiamo centinaia di nostri pazienti. I parametri monitorati da questi device elettronici ci permettono di individuare prontamente non solo eventuali problemi del sistema impiantato, ma anche la comparsa di aritmie importanti”. Ma nel caso di Mario è successo qualcosa di davvero particolare.
Mario, 70 anni, soffre di cardiopatia ischemica cronica e da tre anni gli è stato impiantato un defibrillatore perché ha uno scompenso cardiaco che lo espone al rischio di aritmie maligne. Qualche mese fa, durante la notte, il defibrillatore interrompe diversi episodi di aritmie potenzialmente letali, salvando la vita del paziente. Mario non si accorge di nulla e non pensa di aver bisogno del suo cardiologo, ma il device comincia ad inviare una serie di allarmi alla centrale di controllo del Gemelli; questi vengono rilevati in tempo reale da Linda Fulco, uno dei tecnici per il monitoraggio remoto, che allerta il cardiologo. Mario viene subito contattato e invitato a recarsi al pronto soccorso. Il paziente si meraviglia perché non accusa particolari disturbi. All'arrivo in pronto soccorso, i cardiologi rilevano un infarto miocardico acuto e a Mario viene immediatamente effettuata un'angioplastica.
“Questo caso – spiega il dottor Gianluigi Bencardino, UOSD di Aritmologia di Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS, docente a contratto di cardiologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, e primo autore della pubblicazione su British Medical Journal Case Reports – dimostra come il monitoraggio da remoto offra un ampio spettro di benefici per il paziente, in questo caso la possibilità di diagnosticare e trattare in maniera tempestiva un infarto miocardico acuto”.
“Nutriamo grandi aspettative sulle nuove opportunità offerte dai sistemi di controllo a distanza dei pazienti – commenta Francesco Burzotta, direttore della Uoc di Cardiologia del Gemelli e Associato di Cardiologia all'università Cattolica del Sacro Cuore -. Per strutture ad elevato flusso di pazienti come la nostra, poterli seguire anche a distanza, consente di evitare tante visite ambulatoriali di controllo inutili, risparmiando ai pazienti spostamenti e giornate lavorative perse e allo stesso tempo, abbreviando i tempi d'attesa per altri pazienti che necessitano invece di valutazioni ambulatoriali o di ricovero. Con il monitoraggio a distanza andiamo così di fatto ad incrementare le nostre potenzialità terapeutiche e ad offrire una migliore assistenza ai nostri pazienti”.