Pubblicato il: 07/06/2014 alle 17:10
«In Sicilia c'è una situazione complessa che riguarda i consorzi di sviluppo industriale che, come emerso da alcune inchieste, si è dimostrato essere luoghi di presenza capillare e diffusa di criminalità mafiosa». Èl'allarme lanciato dal vicepresidente di Confindustria, Ivan Lo Bello, nel corso di un'audizione davanti alla commissione parlamentare Antimafia. «Abbiamo – ha spiegato Ivan Lo Bello – l'attuale presidente dei Consorzi, Alfonso Cicero, oggetto di continue intimidazioni. Recentemente la sua scorta è passata al secondo livello perché costantemente attaccato con una serie di minacce significative». «I consorzi Asi, area sviluppo industriale – ha detto il presidente di Confindustria Sicilia e delegato nazionale di Confindustria per la legalità Antonello Montante – erano luoghi dove le organizzazioni mafiose si riunivano. Abbiamo verificato che c'erano ben 800 amministratori che ora sono stati ridotti solo a 5. Oggi è saltato un sistema».
«L'idea di Confindustria è quella di escludere dai propri associati anche chi corrompe. In questa maniera diamo un messaggio, ovvero che non è un reato minore la corruzione» ha aggiunto Montante davanti alla commissione nazionale Antimafia ricordando le varie iniziative di Confindustria contro l'illegalità e il racket. «Dopo l'iniziativa di punire gli imprenditori che non denunciavano il racket – ha detto Montante -, abbiamo pensato al cosiddetto rating di legalità, istituito nel 2012, che nasce dalla volontà di creare un meccanismo di sostegno alle imprese che non hanno la possibilità di fornire solide garanzie personali e reali ai fini dell'accesso al credito bancario».