Pubblicato il: 31/01/2021 alle 16:47
A fronte di un Paese in deflazione, con un calo dei prezzi dello 0,2% nel 2020, alcune città hanno registrato in media d’anno aumenti considerevoli su alcuni gruppi di prodotti, con notevoli disparità territoriali. È quanto emerge dallo studio condotto dall’Unione Nazionale Consumatori sulle città con i maggiori rincari o ribassi del 2020 per i principali beni e servizi, sulla base dell’inflazione media rilevata dall’Istat.
Il capoluogo che nel 2020 ha il maggiore rialzo per quanto riguarda i prodotti alimentari è Caltanissetta con un’inflazione pari a +4,2%, al secondo posto Trieste, Grosseto e Trapani (tutte a +3,1%), poi Perugia con +2,9%. Dall’altra parte della classifica Parma, unica città in deflazione, -0,1%, poi Siena con +0,1% e al terzo posto Macerata, +0,3%. La media italiana è +1,5%, pari ad un incremento della spesa alimentare, senza bevande, di 77 euro per una famiglia tipo.