Pubblicato il: 14/11/2018 alle 16:45
Il gup del tribunale di Enna ha emesso sentenza di non luogo a procedere per sopravvenuta prescrizione nei confronti dell'ex presidente della Regione Raffaele Lombardo, difeso dall'avvocato Massimo Motisi, e per l'ex assessore Pier Carmelo Russo, difeso dall'avvocato Nino Caleca, che erano accusati di disastro ambientale colposo e concorso nell'abbandono incontrollato dei rifiuti nell'ex miniera di Pasquasia.
Secondo la Procura, che aprì una inchiesta nel 2011 e poi sequestrò il sito, sarebbero state abbandonate e depositate circa 910 tonnellate di materiali contenenti amianto, altri rifiuti pericolosi e oltre cinquemila chili di olio dielettrico.
Sia l'ex presidente della Regione che l'ex assessore avevano sempre contestato l'accusa.
"Avrei dovuto vigilare e controllare personalmente, giorno e notte, che tonnellate di rifiuti di ogni sorta (forse anche radioattivi) non venissero depositati nella ex-miniera? Era un compito che spettava al presidente della Regione o ad altri? Ero commissario per la bonifica del sito minerario – ha detto Lombardo nel corso delle indagini – e il mio governo, fatto, mi dicono, senza precedenti, ha reperito le risorse, oltre 20 milioni di euro, per il risanamento del sito e grazie a quelle risorse, si è celebrata finalmente la gara per l'esecuzione del relativo progetto".
Per i legali il rammarico di non avere una sentenza assolutoria. "Rammarico visto che la fase di indagine è durata per più di cinque anni e al gup si sono avvicendati diversi giudici per due anni – dice l'avvocato Massimo Motisi – resta l'amarezza di non potere avere la soddisfazione di una sentenza pienamente assolutoria su questa vicenda che va avanti da sette anni e mezzo dal sequestro". (Gds)