Pubblicato il: 21/01/2014 alle 09:36
Iperconsumo e obesità ma, perché si mangia tanto? Bella domanda alla quale si può rispondere solo se si approfondiscono meglio i costumi e i comportamenti alimentari. Innanzi tutto bisogna capire cosa è cambiato nell’alimentazione e quali sono le nuove abitudini alimentari per poi, compresi gli errori che portiamo a tavola, imparare un nuovo (e più salutare stile alimentare.
Negli ultimi trent’anni sono mutati i costumi e i comportamenti alimentari. Gli obesi sull’intero pianeta sfiorano la quota di due miliardi, lo dicono i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Se in passato si parlava di malnutrizione oggi si parla di gran lunga di iperalimentazione.
In realtà, una risposta la si trova subito, basti pensare come il cibo sia costantemente intorno a noi in qualsiasi momento della giornata, e probabilmente la motivazione non è da ricercare esclusivamente nella quantità di cibo che si sceglie di consumare, ma anche nella sua qualità.
Il problema è che oggi, rispetto al passato “ il moderno ambiente alimentare” fornisce un’ampia gamma di occasioni per consumare cibi e bevande di ogni genere ad alto contenuto in grassi e zuccheri.
L’abitudine di consumare pasti fuori casa, la frequenza assidua dei ristoranti, dei fast-food, l’inesorabile incremento delle porzioni, il consumo sempre più veloce dei pasti pronti e delle bevande troppo energetiche come energy drink e junk food, entrati a “gamba tesa” sul mercato attraverso massicce strategie di marketing mirate ad aumentarne i consumi, interessa un’ampia fascia della popolazione tra adulti e bambini.
Anche l’incremento degli innovativi cibi “light”, senza zuccheri aggiunti, non è da meno. Teoricamente contribuiscono a facilitare il mantenimento di un peso adeguato, ma che praticamente si comportano come tutti gli altri prodotti commerciali. Infatti, in tutti questi prodotti dietetici, buona parte del grasso è sostituita da amidi oppure da proteine o fibre e da una maggiore percentuale d’acqua, mentre gli zuccheri sono sostituiti da edulcoranti naturali ( fruttosio o lattosio) o artificiali ( saccarina, ciclammati, acesulfame).
Insomma, si va incontro ad un vero e proprio consumo facile, che indica un’ampia fascia della popolazione al cosiddetto “iperconsumo passivo”, in cui i soggetti sono inconsapevoli di consumare prodotti ad alta densità energetica che vengono spinti da una non precisa ( ed intenzionale) pubblicità all’iperalimentazione non intenzionale.
Basti pensare alla semplice bottiglia di salsa di pomodoro che può essere messa in commercio in variabili ben diverse: al gusto di formaggio, alle erbe, con verdure, ai frutti di mare, e lo stesso succede con i piatti pronti di ogni tipo. Ogni anno saltano fuori nuove proposte di gusto, preparazione e presentazione alle quali non si riesce a rinunciare anche perché più vittime di una vita frenetica e disordinata.
E’ indispensabile, però, cambiare le nostre abitudini e adottare un decalogo di regole ferree che dobbiamo imparare a seguire quando si parla di cibo.