Pubblicato il: 06/08/2016 alle 15:18
Oltre nove milioni di euro non dichiarati al fisco, circa un milione di euro di Iva evasa e 23 “bed&breakfast» completamente abusivi. E’ il bilancio dei controlli eseguiti dalla Guardia di finanza in Sicilia, nei primi sette mesi dell’anno, per il contrasto del fenomeno dell’evasione, dell’abusivismo e del sommerso nel settore turistico-ricettivo. I reparti del Corpo, in particolare, hanno controllato le strutture delle province di Palermo, Catania, Trapani e della fascia ionica messinese. I destinatari dell’attività ispettiva sono stati individuati dopo un’attività informativa su numerosi siti internet, e riscontri sul territorio. Gli uomini delle Fiamme gialle hanno così individuato due alberghi del trapanese che hanno omesso la contabilizzazione di ricavi e imputato costi non deducibili per svariati milioni di euro, dichiarando volumi d’affari per importi inverosimili.
Inoltre, sono state scoperte alcune strutture ricettive che, a dispetto della formale veste di «bed&breakfast», che consente un più favorevole trattamento fiscale in materia di imposta sul valore aggiunto nonché di classificazione reddituale, offrivano una serie di servizi alberghieri in forma imprenditoriale. Sono stati avviati 60 distinti interventi ispettivi, nei confronti di altrettante attività di «bed&breakfast», orientati ad appurare la sussistenza dei requisiti necessari per l’accesso al trattamento tributario di favore. Nel dettaglio, è stata rilevata sia l’assicurazione di servizi “extra” quali escursioni, convenzioni con stabilimenti balneari e attività di ristorazione, sia un numero di posti letto superiore a quello dichiarato, che per la Regione Sicilia, non deve superare le 5 camere per un massimo di 20 posti letto, nonché la presenza di personale dipendente, tra l’altro, non regolarmente assunto. Alcune delle strutture verificate, inoltre, sono state segnalate agli enti territoriali competenti per l’avvio delle procedure volte al recupero della tassa di soggiorno non corrisposta.