Pubblicato il: 05/04/2024 alle 00:06
(Adnkronos) – Per Israele "non è detto che il peggio sia passato. Avremo davanti a noi giorni complessi". A dirlo è stato il capo dell'Intelligence nazionale di Israele, il generale Aharon Haliva, rivolgendosi ai comandanti dell'unità di ricerca dopo le dimissioni del loro capo, il generale Amit Saar, a cui è stato diagnosticato un tumore. La dichiarazione arriva mentre i rapporti con gli Usa si fanno sempre più tesi per le conseguenze della guerra a Gaza, ma anche mentre l'Iran giura vendetta dopo il raid israeliano sull'ambasciata a Damasco. ''Vi ho detto più di una volta che non è per nulla certo che il peggio sia alle nostre spalle'', ha affermato Haliva in un discorso reso pubblico dalle Forze di difesa israeliane e rilanciato dal Times of Israel. Il ruolo di Saar verrà temporaneamente ricoperto da un ex capo del dipartimento, il generale riservista Itai Brun, che ha guidato l'unità tra il 2011 e il 2015. Intanto un ex capo dello spionaggio israeliano ha affermato che l’Iran potrebbe attaccare presto Israele dopo il raid che ha ucciso il massimo comandante del Corpo delle guardie della rivoluzione islamica in Siria, insieme ad altri cinque ufficiali. Amos Yadlin, ex capo dell’intelligence israeliana, ha detto che l’Iran potrebbe scegliere questo venerdì – l’ultimo del mese di Ramadan e del giorno del Quds iraniano – per rispondere all’attacco a Damasco, direttamente o per procura. "Non sarei sorpreso se l’Iran agisse domani. Niente panico. Non correte nei rifugi", le parole di Yadlin, membro senior del Belfer Center della Kennedy School dell'Università di Harvard, confidando nei sistemi di difesa aerea israeliani. La Cia avrebbe intanto informato Israele che l'Iran potrebbe sferrare un attacco imminente contro il suo territorio, ossia entro le prossime 48 ore. Lo riferisce il quotidiano arabo Al Mayadeen, secondo il quale alti funzionari della Cia avrebbero detto alle autorità israeliane che quello iraniano sarebbe un attacco combinato con droni e missili da crociera mirati a colpire punti strategici in Israele. L'obiettivo sarebbe comunque quello di dimostrare che gli iraniani sono in grado di rispondere alle sfide, ma stando attenti a non aggravare una situazione già particolarmente tesa. Israele intensifica le interferenze sul segnale Gps nelle aree di Tel Aviv e Gerusalemme a seguito della minaccia di un attacco iraniano. Haaretz ha riferito che fin da ottobre l'Idf ha aumentato il disturbo dei sistemi di navigazione satellitari nella regione per cercare di contrastare gli attacchi di droni di Hamas e Hezbollah e ha confermato che Israele sta interrompendo i Gps "in modo proattivo per varie esigenze operative. I cittadini dovrebbero essere consapevoli che l'interruzione può causare effetti vari e temporanei sulle applicazioni basate sulla posizione".
Finora le interruzioni del Gps si avvertivano soprattutto nel nord del Paese, dalla zona di Haifa fino al confine libanese, dove i navigatori mostravano agli utenti di trovarsi a Beirut. La stessa cosa è successa nel sud del Paese, dove i dispositivi hanno mostrato gli utenti al Cairo. Nell'ultima settimana il fenomeno è aumentato e anche i dispositivi a Gerusalemme e Tel Aviv mostrano che l'utente si trova al Cairo o a Beirut. Lo Shin Bet ha dichiarato intanto di aver sventato il tentato omicidio del ministro israeliano per la Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir e attacchi terroristici che avrebbero dovuto colpire obiettivi in Israele e in Cisgiordania. Responsabile, una cellula di quattro palestinesi della Cisgiordania e sette arabi israeliani che è poi stata smantellata. Secondo lo Shin Bet, la cellula stava pianificando attacchi contro le basi dell'Idf e altri siti sensibili, tra cui l'aeroporto Ben Gurion e la sede del governo israeliano a Gerusalemme. La cellula prevedeva anche di effettuare un attacco all'insediamento di Kiryat Arba in Cisgiordania. "In questo contesto, c'era anche l'intenzione di assassinare il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir, procurandosi un missile Rpg per effettuare l'attacco", afferma lo Shin Bet. In programma anche il rapimento di soldati israeliani. In base all'indagine condotta dallo Shin Bet, la cellula intendeva affittare un appezzamento di terreno nel Rahat a sud di Israele o un'area in Cisgiordania per stabilirvi una fabbrica con un complesso sotterraneo dove avrebbero fabbricato armi e addestrato uomini. I membri della cellula hanno anche cercato di contattare i funzionari di Hamas nella Striscia di Gaza per ricevere finanziamenti e istruzioni. Almeno uno dei palestinesi arrestati era in contatto con un agente di Hamas a Gaza, che ha offerto finanziamenti per attacchi in Israele, dice lo Shin Bet. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)