Pubblicato il: 02/12/2023 alle 12:31
Ieri sera, alla vigilia della manifestazione nazionale di oggi, sabato 2 dicembre 2023, a Messina, “Lo Stretto non si tocca”, contro la realizzazione del ben noto “ponte”, il Tgr Sicilia manda in onda un servizio su un incontro promosso dall’Accademia Calabra, a Roma. L’iniziativa dell’Accademia Calabra si intitola “Un ponte che unisce. Storia, cultura, sviluppo”. Insomma, l’Accademia Calabra sostiene fortemente il progetto del ponte sullo Stretto e organizza un incontro che intende affrontare l'idea del ponte soprattutto come struttura “che unisce”.
Presente all’incontro anche l’attuale sottosegretario al Lavoro e alle Politiche Sociali Claudio Durigon. Antonio Polifrone, componente dell'Accademia Calabra ha affermato: «Si rendono evidenti le opportunità di scambi storici e del pensiero, oltre che di sviluppo, connesse all'idea di un ponte facilmente attraversabile tra due regioni ricchissime di giacimenti culturali come la Calabria e la Sicilia». Quindi, si sono succeduti gli interventi di Giacomo Francesco Saccomanno, presidente di Accademia Calabra, Domenico Naccari, vicepresidente di Accademia Calabra, Francesca Moraci, ordinario di Urbanistica dell'Università Mediterranea e di Giuseppe Recchi, presidente della Società ponte sullo Stretto.
Interventi che, in ossequio al titolo del convegno, hanno puntato l’attenzione non tanto sugli aspetti tecnici e finanziari ma hanno evidenziato il valore culturale e antropologico del ponte, utile – a parer loro – ad avvicinare due terre separate da un braccio di mare. «Quest’opera porterà benefici enormi perché non è il ponte in sé importante, ma ciò che si fa accanto al ponte» – ha affermato, concludendo ineffabilmente l’incontro, il presidente di Accademia Calabra.
Che dire? Noi di Italia Nostra, insieme al Coordinamento Noponte, pensiamo esattamente l’opposto. Insomma, il ponte sarebbe una sciagura che va evitata in ogni modo. Il progetto del ponte sullo Stretto è la risposta sbagliata, inutile e dannosa ai problemi del Meridione del Paese.
Il Governo non perde occasione per enfatizzare l’utilità del ponte sullo Stretto di Messina, presentandolo come un’opere green, sicura, moderna, un acceleratore di sviluppo per l’intero Meridione, fondamentale per migliorarne la rete dei trasporti. Il ponte sullo Stretto in realtà è tutt’altro che un’opera green visto che causerebbe un disastro ambientale devastando un patrimonio paesaggistico e naturalistico di enorme valore e attrattività turistica come lo Stretto.
Il ponte sullo Stretto è tecnicamente un azzardo considerato il fatto che al mondo il ponte più lungo a campata unica, per il passaggio di treni, tir e auto,è di 1400 metri, mentre quello sullo Stretto di Messina dovrebbe raggiungere i 3300 metri. Il ponte sullo Stretto non risolve il problema della mancanza di una efficiente rete dei trasporti interna alle regioni meridionali e della Sicilia e Calabria, dove vi sono autostrade e strade in pessimo stato: quasi l’80% della rete ferroviaria è a binario unico e oltre il 40% non è elettrificata, per non parlare dell’inadeguatezza di porti e aeroporti.
Il ponte sullo Stretto non serve alle aziende del Paese perché non interviene sui problemi strutturali che impediscono agli imprenditori di avere i servizi territoriali adeguati per radicarsi ed espandersi e non assorbe l’enorme disoccupazione, soprattutto giovanile e femminile presente nel Meridione. Per questi motivi, noi di Italia Nostra e il Coordinamento Noponte, riteniamo che il ponte sullo Stretto non solo non sia una priorità ma rappresenta più una minaccia che un’opportunità per lo sviluppo sostenibile della Sicilia, della Calabria e del Meridione. Prof. Leandro Janni, presidente del Consiglio Regionale Italia Nostra Sicilia