Pubblicato il: 03/09/2019 alle 20:27
Dal 5 al 22 settembre, le sale ed i percorsi del Castello manfredonico di Mussomeli accoglieranno le opere dello scultore Mario Termini.
Artista ennese, di formazione classica, molto conosciuto e affermato nel panorama artistico nazionale ed internazionale ha voluto fortemente esporre i suoi lavori all’interno dello scrigno quattrocentesco che si erge nell’entroterra siciliano.
Impegnato nella sua personale ricerca, non ha tuttavia rinunciato a vari incarichi pubblici di rilievo non solo artistico ma anche etico. Si ricordano, a tal proposito, i busti dedicati ai giudici vittime della mafia Rosario Livatino (1952-1990) ed Antonio Saetta (1922-1988), Caltanissetta, Palazzo di Giustizia, Aula Magna, 2015.
Negli ultimi anni il suo impegno per l’arte pubblica monumentale lo ha portato ad intraprendere percorsi internazionali che gli hanno permesso di affermarsi all’estero. Ha ricevuto diversi premi collocandosi fra gli scultori più autorevoli in campo internazionale (Russia, Francia, Finlandia). Di particolare rilievo le esili e filiformi figure femminili, le due cariatidi nordiche che egli scolpisce in Lapponia.
La mostra vuole essere un percorso artistico che presenta alcune fra le opere prodotte dall’artista nel quinquennio 2013-2019.
Periodo forse il più travagliato della vita dell’autore dal punto di vista personale; emblematico è a tal proposito il ciclo della lumaca, metafora delle traversìe personali di Mario Termini e dei travagli da lui a lungo subìti.
Leit motiv di tutta l’opera dell’artista e dell’uomo Mario Termini è la figura femminile che, ancora una volta, antico ma sempre nuovo, riporta agli ardori del dibattito critico un connubio inscindibile che è quello Donna-Arte.
La donna rappresentata è infatti una donna statica sì ma dalle mille, misteriose, imprevedibili movenze.
Una donna senza maschera, con le mani in primo piano a ricordarci che il tatto è la sua caratteristica precipua, e che quelle mani possono essere sì materne, carezzevoli, ma anche ingannatrici e lusinghiere.
Alla donna come arketipo fondante dell’immaginario collettivo, l’artista affida il suo processo alchemico di redenzione: il passo strisciante della lumaca altro non è che il passaggio obbligato di una stato di sofferenza il quale si risolve però nella liberazione dello sguardo, sguardo che si rivolge verso l’alto, verso quella meta cui tutti tendono guidati da quell’ “eterno femminino” celebrato nel Faust di Goethe che è anche la ricerca ultima dello scultore e, forse, di ognuno.
Il vernissage sarà ulteriormente allietato da un’altra eccellenza artistica in campo teatrale e musicale: la performance per voci, immagini e suoni con Elisa Di Dio affiancata da Stefano Termini, violinista, e Giuseppe Noto al piano per la parte musicale.
“FRIDA, imPerfetta bellezza”, un omaggio alla pittrice messicana, icona femminile per eccellenza che, con una sorprendente analogia con l’esperienza di Mario Termini, ha fatto di un suo limite la sua forza.
Lo spettacolo, scritto da Elisa Di Dio, formatrice teatrale fortemente impegnata nel sociale, nasce da un’idea del critico e regista di cinema Sebastiano Gesù. Le musiche sono affidate ai maestri Stefano Termini, violinista e figlio di Mario e da Giuseppe Noto al piano.
L’universo femminile, da sempre oggetto prediletto dell’attenzione estetica, da “oggetto” da ammirare, angelo o tentatrice, a soggetto misterioso che si interroga sulla propria identità in un dialogo interiore portato alle estreme conseguenze.
A scandire e meglio identificare, con la solennità che è propria all’attrice, i momenti narrativi concorrono le poesie, le lettere, i pensieri della stessa Frida dove gli innesti musicali sono un vero e proprio momento di dialogo sonoro.
Così viene messo in scena il ritratto esistenziale di Frida.
Il ritratto che accomuna tutte quelle donne che nuove, modernissime “Nike”, smembrate, forse, acefale, anche, fluttuanti, sono sempre pronte a riemergere e a conquistare quello spazio sociale che le crociate misogine ancora oggi, dopo decenni di lotte, rivoluzioni e conquiste, tentano di negare continuando a sporcare le pagine della più cruda e barbara cronaca nera.
La mostra, organizzata dalla FIDAPA sezione di Mussomeli in collaborazione con il Collettivo SempliCittà, sarà visitabile dalle ore 9:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 19:00 con ingresso libero compreso nel ticket di ingresso al Castello.