Pubblicato il: 12/06/2019 alle 12:03
Alle ore 18,30 di martedì 18 giugno verrà presentato, presso il Caffè letterario di Villa Barile, il romanzo "La mosca di casa Bellassai" di Paola Baia, edito da Edizioni Lussografica. Alla presentazione, interverranno la prof.ssa Fiorella Falci, docente del Liceo Ginnasio "R. Settimo", il dott. Giovanbattista Tona, magistrato della Corte di Appello, e l'avv. Renata Accardi, presidente dell'Inner Wheel di Caltanissetta. Il romanzo, che segna l'esordio letterario dell'autrice, fa parte della collana "Prove di narrativa siciliana" della casa editrice nissena e racconta le vicende di una famiglia siciliana e di numerosi, bizzarri, personaggi ad essa collegati che, nell'arco di tre generazioni, si confrontano con i cambiamenti tipici del proprio tempo e si ritrovano a dover dipanare una complicata matassa in cui si intersecano tra loro elementi di dramma, di giallo e di commedia. La mosca, richiamata nel titolo del romanzo, rappresenta, in questo contesto, l'emblema del silenzio, delle barriere comunicative che, all'interno della famiglia Bellassai, e non solo, divengono una tale criticità nei rapporti interpersonali da sconvolgere, dietro le imprecisate sembianze di un destino avverso, le vicende se non, addirittura, l'intera vita di tante persone. Ma, come riporta la prefazione al romanzo "(…) non sarà silenzio per sempre. Cambiano le generazioni, le consapevolezze; cambiamenti che vengono da lontano e che, anche in Sicilia, come un ennesimo popolo dominatore, alla fine arrivano: c’è stata una scuola, è vero, una volta, che premiava i bambini – e gli adulti – silenziosi, ubbidienti. Ma vi si è sovrapposta poi un’altra scuola, quella che è passata dalle rivoluzioni culturali degli anni sessanta, dall’emancipazione femminile, che è passata anche dal giogo del consumismo – perché no – che hanno messo a fuoco concetti sconosciuti o taciuti dai discepoli del silenzio: la realizzazione personale, il senso di giustizia sociale, il riconoscimento dei propri bisogni individuali, del diritto di scrollarsi di dosso tutto il peso di quel senso di destino che, soprattutto in certe subculture, ha tanto pesantemente modificato le storie degli uomini". A fare le spese di tale trambusto e di tale, sofferta, ricerca di senso e, in qualche modo, di una propria identità, è il giovane Saruzzo che, suo malgrado, si trova a scontare, come una pesante eredità, la pena di tante verità taciute, risalenti nel tempo ancor prima della propria nascita: un personaggio costretto ad una vita da fuggitivo, solo e lontano dalla propria terra, fin quando una persona speciale, assetata di conoscenza come e quanto Saruzzo, non interverrà per portare nuova consapevolezza nelle loro vite.