"Ho sposato le istituzioni e la mafia mi sta facendo pagare questa scelta", così Antonello Montante ieri davanti al Gip del tribunale di Caltanissetta dove è stato interrogato per 7 ore. Montante, così come fa sapere uno dei suoi legali, l'avvocato Giuseppe Panepinto, ha ribadito di non aver "mai avuto vantaggi nè appalti, nè finanziamenti, nè agevolazioni". Sulla stanza segreta dei dossier il presidente della Camera di Commercio di caltanissetta avrebbe negato di conoscerne l’esistenza sostenendo che questi fascicoli erano nella sua villa di Serradifalco a sua insaputa. All'ex responsabile per la Legalità di Confindustria viene anche contestato di essersi barricato a casa per un’ora la notte dell’arresto. «Ho aperto io alla polizia. Se non l’ho fatto subito – ha detto Montante – era perché avevo timore che fossero malintenzionati». Il gip gli ha fatto notare però che dicevano: «Apra, polizia». E mostravano il tesserino. Ma Antonello Montante insiste nella sua versione. La notte dell’arresto, Montante ha distrutto 24 pen drive, che ha poi infilato dentro uno zaino e lanciato dal balcone, ma i poliziotti hanno recuperato tutto.