La Sicilia è una Regione che fa parte dell’area nella quale è nata la “dieta mediterranea”, un regime alimentare sano che promuove l’assunzione di frutta e verdura al posto di merendine e cibo ipercalorico. Una buona teoria che, però, secondo il Movimento 5 Stelle di San Cataldo non si passa alla pratica e il risultato, secondo le statistiche, è un aumento dell’obesità infantile.
Educare le nuove generazioni e spiegare ai genitori l’importanza del cibo sano non va proclamato solo con le parole ma sottolineato con azioni concrete che possano trasformarsi in un esempio di buona condotta.
Come dire al bambino di non mangiare Junk Food o “schifezze” (come lo ha definito il M5s) se nelle stesse scuole sono presenti distributori automatici dove con pochi centesimi si possono acquistare cibi ipercalorici e non nutrienti?
La richiesta di abolire questi alimenti dalle scuole è stata presentata anche al Parlamento con un’interrogazione della deputata Maria Marzana ma un intervento del sindaco o delle istituzioni scolastiche locali, il problema potrebbe essere immediatamente risolto a San Cataldo senza aspettare gli iter burocratici romani. “Abbiamo presentato al Sindaco del Comune di San Cataldo, alla Giunta Comunale, a tutti i Dirigenti Scolastici e ai Consigli d’Istituto, una richiesta di attuazione delle misure in materia di alimentazione nelle scuole secondo quanto previsto dal decreto legge 104/2013, con particolare riferimento agli alimenti presenti nei distributori automatici nelle scuole e all'affidamento e alla gestione dei servizi di refezione scolastica. Ci asuspichiamo che la nostra proposta venga immediatamente recepita e che, prima dell’inizio della scuola la dieta mediterranea possa ritrovare posto sulle nostre tavole al posto del Junk Food”.
“Gli ultimi dati Istat – hanno spiegato gli attivisti penta stellati -, su una ricerca effettuata riguardo il tasso di obesità in Italia, fanno emergere che i tassi crescono inequivocabilmente mano a mano che ci si sposta verso l’Italia meridionale e nel Sud ci si sta avvicinando al 50%, soglia già superata da Sicilia e Campania.
Un dato ancora più preoccupante riguarda l’obesità infantile: nel Nord i bambini fuori taglia sono circa un terzo, nel Centro Italia poco più di un terzo, e nel Sud si aggirano intorno al 40%, con un picco in Campania dove arrivano persino al 49%.
Dalla ricerca viene fuori un dato altrettanto sconcertante, legata non solo all’alimentazione, ma anche alla possibilità economica e culturale di condurre uno stile di vita più sano ed attivo. Le risorse economiche sono strettamente correlate ai tassi di obesità e sovrappeso. Il dato più curioso riguarda il fatto che tra le famiglie meno abbienti con scarse risorse economiche, i tassi di sovrappeso e obesità nel periodo 2001-2007 hanno subito un incremento molto alto, pari rispettivamente al 4.1% e 4%. Questi dati trovano la loro ragione economica nel fatto che gli alimenti più calorici sono disponibili a prezzi nettamente più bassi rispetto ad altri alimenti “sani” come ad esempio frutta e verdura, ma anche nei costi per l’attività fisica extra-lavorativa (Drewnowski e Specter, 2005).
La proposta del M5s San Cataldo: “Via le merendine dai distributori automatici delle scuole”
Lascia un commento
Lascia un commento