Pubblicato il: 22/08/2014 alle 14:10
Vara della Scinnenza, atto secondo. In merito alla sentenza del Tribunale civile di Caltanissetta sul gruppo sacro della Settimana Santa nissena al centro da anni di un braccio di ferro giudiziario, Michele Savoja ha voluto esprimere alcune considerazioni per chiarire diversi passaggi sulla motivazione del verdetto.
“Ritengo doveroso precisare, per dovere di cronaca e di giustizia al diritto di informazione, che la sentenza del 15 Luglio emessa dal Tribunale di Caltanissetta in composizione monocratica dal giudice onorario Francesco Piscopo, non ha trasferito la proprietà della Scinnenza alla Famiglia D'Oro in quanto la stessa non è stata parte in giudizio. La sentenza ha rigettato la domanda di riconoscimento di usucapione proposta dal mio padre, Liborio Savoja, nei confronti del Sindacato Tessuti e Abbigliamento, Soprintendenza ai Beni Culturali e gli originari unici e certi proprietari Eredi degli Zolfatai delle miniere Juncio Tumminelli e Benintende, questi ultimi rimasti
contumaci. La sentenza non entra nel merito della querelle e non attribuisce proprietà ad alcuno.
“Alla luce della citata sentenza quindi, non cambia nulla rispetto a prima, non avendo la stessa apportato alcuna novità in tema di proprietà. Tengo a precisare che la disputa non è stata iniziata da mio padre, anch'egli galantuomo, che ha dato tutto sé stesso al commercio ed allo sport nisseno, bensì è stata subita: nel 1996 infatti, dopo avere gestito il Gruppo Sacro in parola fin dagli anni sessanta, apprendeva dalla stampa la notizia che il suo amico Pietro D'Oro, autoproclamandosi proprietario della Scinnenza e senza averlo quantomeno avvisato, intendeva cedere la gestione della stessa all'Associazione Piccoli Gruppi Sacri. Ribadisco quindi che mio padre non è stato l'artefice della diatriba ma ha solo dovuto difendersi e che, in ogni caso, Pietro D'oro non è erede di Giuseppe D'Oro, dante causa del gruppo a mio padre, il quale peraltro era assieme ai fratelli un mero affittuario della Miniera Juncio Tumminelli e quindi non proprietario del Gruppo ma detentore”.