Pubblicato il: 16/04/2014 alle 11:16
Prima le antiche maestranze, poi il clero e, infine, le autorità cittadine. Si è svolta questa mattina, costante nel suo rituale, la processione organizzata dalla Real Maestranza nissena.
Immutabile nel programma così come nel sentimento che, anno dopo anno, coinvolge gli abitanti della città, quelli che ancora danno il giusto valore alle tradizioni locali, quelli che sono fieri di svolgere il proprio mestiere e non si vergognano di professare liberamente il proprio credo.
Anziani e bambini, il corteo sfila imperturbabile… fatta eccezione qualche mano alzata o un sorriso rivolto alla tanta folla che, ogni anno, scende nel centro storico cittadino per assistere alla processione. Complice anche la chiusura delle scuole, proprio per permettere ai giovani di conoscere i riti organizzati per la settimana santa, in Piazza Garibaldi e nella Cattedrale Santa Maria La Nova si poteva camminare a stento.
A dare inizio alla manifestazione è stata la categoria dei muratori – alla quale appartiene il capitano, Michele Simone – che è scesa in piazza e per ricevere le “chiavi” della città consegnate dal sindaco Michele Campisi a Palazzo del Carmine. Poi si è aggregato anche il clero e, la processione folkloristica ha assunto una connotazione religiosa più forte con il supporto dei tanti religiosi che intonavano preghiere. Ogni maestranza sfila accompagnata da un religioso, poiché ciascuno chiede di essere sempre accompagnato dalla benedizione divina. Il primo corteo sfila “a lutto”: guanti e papillon neri, bandiere chiuse e ceri spenti. Poi, in cattedrale, il Signore risorge ed ecco che, lentamente, la chiesa si illumina: i ceri si accendono e tutti i rappresentanti della Real maestranza, cambiano guanti e papillon, accendono i ceri e riaprono le bandiere; adesso bisogna acclamare il Signore. E la nuova “linfa” che scorre si vede anche nelle tante generazioni che compongono ciascuna categoria: dagli anziani agli adolescenti e ai bambini: in mezzo a loro si trovano tutte le età e ciò indica che, nonostante la realtà contemporanea è molto cambiata rispetto a mezzo secolo fa, alcune cose rimangono “importanti” e degne di nota.
Il corteo ritorna indietro e il Vescovo, Mons. Mario Russotto, porta in mano il tabernacolo; è il simbolo di Gesù Cristo che è risorto e che si trova in mezzo al popolo, nelle strade, in mezzo a chi ha bisogno di Lui.
Hanno chiuso la processione, seguiti soltanto dalla banda musicale, le autorità locali: il sindaco Michele Campisi e il Presidente del Consiglio comunale Calogero Zummo perché la Real Maestranza, frutto di tanto impegno e tanta fatica dei mastri, è anche un orgoglio nisseno.
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