Pubblicato il: 21/10/2023 alle 20:04
Legati con il nastro adesivo e chiusi anche per due giorni di fila nella “stanza morbida”. Così venivano trattati gli ospiti di una struttura psichiatrica privata di Bazzano, gestita da una cooperativa: giovanissimi e adulti affetti da disagio psichico. Ieri, i carabinieri del Nas e della compagnia di Borgo Panigale hanno messo fine alle condotte di maltrattamento poste in essere, secondo l’accusa (il pm che ha coordinato le indagini è Marco Imperato), dalla responsabile della struttura, una cinquantaseienne italiana, e dagli operatori: lei è finita ai domiciliari; per cinque dipendenti è stato emesso dal gip un divieto di avvicinamento ai pazienti; un altro dipendente risulta indagato.
Rispondono tutti di maltrattamento e sequestro di persona. I fatti contestati sono emersi nel corso dell’estate a seguito della denuncia presentata da un ex operatore della struttura, che ha dato ai militari dell’Arma una fotografia che mostrava uno dei pazienti legato a terra con del nastro da pacchi per contenerlo. A seguito delle indagini tecniche poste in essere dai carabinieri è emerso come la prassi di chiudere i pazienti nella camera morbida al seminterrato fosse consolidata e non venisse utilizzata soltanto quando era impossibile contenere gli ospiti, ma anche per punirli o in maniera preventiva. Adesso, la struttura è stata chiusa, la camera morbida sequestrata e le persone che ospitava, una decina tra cui alcuni minori, sono state prese in carico dall’Ausl che le ha spostate in altre strutture del territorio.