Pubblicato il: 30/12/2015 alle 09:02
Rubrica a cura della veterinaria Silvia Cortese
Gli animali, come tutti gli esseri viventi, hanno bisogno di alimentarsi per vivere. Le piante sono organismi autotrofi, perché fabbricano da sé il loro nutrimento utilizzando la luce del sole. Gli animali, invece, sono organismi eterotrofi, perché non sono in grado di fabbricare il loro cibo e devono alimentarsi di vegetali o di altri animali.
Non si nutrono tutti delle stesse cose: per capire cosa mangiano gli animali basta osservare la loro bocca, il loro becco o i loro denti.
Si possono distinguere tre tipi di animali, a seconda della loro alimentazione: erbivori, carnivori e onnivori.
Gli animali che si nutrono di piante vengono chiamati erbivori (pecore, cavalli e mucche).
Hanno denti o becchi robusti per strappare e triturare foglie ed erbe, sminuzzare radici e rami, rompere gusci e semi. I loro denti sono piatti perché non occorre che strappino la carne. Alcuni pesci sono erbivori, infatti si nutrono di alghe. Anche l’ape è erbivora perché succhia il nettare dai fiori, con una specie di piccola “proboscide”.
Quelli che invece mangiano la carne degli altri animali si dicono carnivori. Questi si possono alimentare di animali vivi oppure di animali morti (iene e avvoltoi). Alcuni sono molto veloci e inseguono le loro prede correndo, come il ghepardo e i lupi; altri, invece, preferiscono rimanere nascosti e fermi aspettando che si avvicini la preda per lanciarsi su di essa. I carnivori hanno denti o becchi appuntiti, taglienti e lunghi per strappare la carne; molti carnivori sono dotati di artigli per ferire e uccidere la preda. L’aquila non ha i denti ma in compenso ha un becco molto robusto. Le loro principali prede, oltre a uccelli e rettili, sono altri mammiferi spesso di notevole taglia.
Gli animali che si nutrono sia di piante sia di altri animali si chiamano onnivori. I topi, l’orso bruno, l’orso grigio e le formiche sono animali onnivori. Gli onnivori hanno denti o becchi di vario tipo, adatti a mordere, strappare, rompere, masticare. Anche noi esseri umani siamo animali onnivori (sulla nostra tavola troviamo sia la carne sia la frutta e la verdura)
Oltre a queste categorie principali, esistono anche animali che si nutrono soprattutto di insetti (insettivori) e altri animali che mangiano semi di grano, di mais, d’orzo (granivori). La rana, la rondine e la lucertola sono esempi di insettivori. La gallina, l’oca e i passerotti sono esempi di granivori.
I feliformi sono dei carnivori e comprendono tre famiglie, che nella moderna classificazione si possono espandere a sei. I Felidi (comunemente felini) sono gli animali più rappresentativi del sottordine e annoverano i parenti “selvaggi” del gatto domestico: il gatto selvatico (Felis sylvestris), il leone (Panthera leo), il ghepardo (Acinonyx jubatus), che non presenta artigli retrattili ed è considerato l’animale terrestre più veloce, con i suoi oltre 100 km/h di velocità massima sullo scatto, e il puma (Puma concolor), abile saltatore e nuotatore, sono solo alcune specie di felidi. Questi animali sono molto aggraziati ed eleganti nei movimenti, ma quando si tratta di cacciare si trasformano in implacabili e strategici predatori, in grado di appostarsi anche per molto tempo aspettando il momento adatto per colpire la vittima designata. I felidi, inoltre, presentano i famosi “baffi”, chiamati vibrisse, presenti in altri mammiferi (es. Roditori): si tratta di peli molto sensibili, detti anche peli tattili, o peli del fiuto, differiscono dalle altre formazioni pilifere perché rappresentano ciascuna un complesso apparato sensoriale che possiede nella guaina del follicolo, dove la vibrissa è impiantata, una ricca rete di seni e di capillari sanguigni. Rappresentano l'organo deputato alla percezione della dislocazione degli oggetti e del loro stato (solidità, temperatura, ecc.) fornendo inoltre informazioni sull'eventuale presenza di altri esseri viventi nelle vicinanze, tramite la percezione di spostamenti d'aria da essi provocati.
Il gatto domestico è un mammifero carnivoro appartenente alla famiglia dei felidi.
Si contano una cinquantina di razze differenti riconosciute con certificazioni. Essenzialmente territoriale e crepuscolare, il gatto è un predatore di piccoli animali, specialmente roditori. Per comunicare utilizza vari vocalizzi (più di 16), le fusa, le posizioni del corpo e produce dei feromoni. Può essere addestrato a obbedire a semplici comandi e può imparare da solo a manipolare svariati meccanismi, anche complessi, tra cui le maniglie delle porte o le chiusure delle gabbie.
Come tutti i carnivori, gli incisivi e i canini risultano particolarmente affilati e permettono di afferrare la preda e dilaniarla, grazie anche ai potenti muscoli che azionano le mascelle: un solo fendente ben assestato può uccidere la malcapitata preda. I canini talvolta sono sporgenti e visibili anche quando la bocca è chiusa: oltre allo scopo di facilitare la cattura, l'uccisione, la lacerazione, questi denti vengono utilizzati infatti anche come segnale di minaccia ed esibizione nei confronti degli altri individui della stessa specie (ovvero del branco, nel caso di animali gregari) o di nemici appartenenti ad altre specie. Anche i premolari e i molari sono funzionali alle abitudini alimentari: lacerano il cibo, lo tagliano e lo spezzettano. Contrariamente all'uomo, il gatto mastica poco e il processo di digestione comincia nello stomaco e non in bocca.
Lo stomaco del gatto è piccolo (circa 300 millilitri), ma possiede un'acidità molto elevata che è utile anche come mezzo di prevenzione delle infezioni digestive. Il suo intestino piuttosto corto (circa un metro per l'intestino tenue e da 20 a 40 cm per il colon) è tipico dei cacciatori di piccole prede. Queste dimensioni spiegano perché il gatto deve mangiare frequentemente ma in piccole quantità (tra i 10 e i 16 pasti). Il sistema digestivo del gatto è anche poco adatto alla varietà alimentare, che gli può causare delle diarree e dei vomiti. Infine il transito degli alimenti nel sistema digestivo dei gatti è rapido: tra le 12 e le 14 ore.
Il suo organismo necessita della taurina, un derivato degli amminoacidi che non sintetizza autonomamente, ma che ritrova nella carne. Un gatto che non assimila una dose sufficiente di taurina svilupperà sintomi di disturbi oculari e cardiaci, un deficit immunitario e nelle femmine dei problemi riproduttivi. Già nei primi mesi di vita si possono osservare dei giochi di caccia nei gattini, talvolta utilizzando la coda della madre. Anche il gatto utilizza le classiche tecniche di caccia dei Felidae, basate sull'appostamento e l'agguato. Tali tecniche vengono trasmesse dalla madre nell'infanzia dell'animale (primi 5-6 mesi di vita) tramite il gioco.
Le prede più cacciate sono i piccoli roditori come i topi, ma possono anche essere lucertole, piccoli uccelli, pesci e insetti. Altre volte può anche attaccare ricci, conigli e serpenti. I gatti domestici che hanno l'opportunità di cacciare fin da giovani, in genere, giocano con la preda prima di divorarla. Alle volte la portano al padrone considerandolo un genitore adottivo poco abile nella caccia.
L'obesità negli animali domestici è comune in molti paesi. Il rischio di obesità nei cani è aumentato se anche i loro proprietari sono obesi, mentre non è stata dimostrata una correlazione simile fra i gatti e i loro padroni.
Per approfondire: Cerca Quando il “dottore” è il veterinario: tutto quello che bisogna sapere sugli animali domestici