Pubblicato il: 26/09/2014 alle 07:25
Il 22 settembre è definitivamente finita l’estate 2014 ed è iniziato l’autunno e con esso arriva non soltanto l’abbassamento della temperatura esterna ma anche i primi sintomi influenzali e i pericoli corredati agli alimenti stagionali. E’ proprio per questo motivo che, in collaborazione con il centro di formazione della croce rossa di Caltanissetta abbiamo voluto chiarire alcuni dubbi relativi al consumo dei funghi rispondendo alle domande più comuni.
Ecco le risposte degli esperti della Cri.
Quali sono i funghi considerati velenosi? Quelli che sintetizzano sostanze tossiche per l’organismo umano. I sintomi che si manifestano, dopo l’ingestione, possono variare da lievi malesseri gastrointestinali fino alla morte. E non esistono regole empiriche per stabilire la commestibilità dei funghi: ogni esemplare va classificato sempre con assoluta con certezza. Mai fidarsi dei presunti esperti: gli unici che possono indicare con sicurezza quali siano i funghi da consumare sono gli Ispettorati micologici delle Asl.
Quello degli Ispettorati è un servizio capillare e qualificato? Â Senza dubbio sì, in quanto ce ne sono ben 331 distribuiti nelle varie regioni, ma con un grosso, e per certi versi incredibile, limite: salvo rare eccezioni, questi enti rimangono chiusi nei weekend, cioè nei giorni in genere dedicati alla raccolta dei funghi.
Con che frequenza si verificano gli avvelenamenti? Â Il Centro anti-veleni dell’ospedale Niguarda di Milano ha raccolto mediamente 250 richieste di consulenze tossicologiche in seguito all’ingestione di funghi, cui sono seguiti alcuni ricoveri di pazienti in condizioni molto gravi. Dal 1995 al 2011 solo in questo centro, all’avanguardia in Italia, sono arrivate 13.884 richieste di consulenza. Sempre nel medesimo periodo il C.A.V. di Niguarda ha registrato 37 decessi e 15 trapianti di fegato, inevitabili quando la tossina del fungo distrugge irreparabilmente l’organo.
Quanti sono i tipi di funghi? Â Ne esistono svariate migliaia. Dai più piccoli, invisibili a occhio nudo, cioè i micromiceti, a quelli più grossi, ossia i macromiceti, che finiscono sulla nostra tavola. Per quanto riguarda questi ultimi, bisogna chiarire un aspetto fondamentale: alcuni tipi mangerecci hanno specie molto simili che sono però velenose e che quindi possono portare a un’intossicazione.
Esiste una regola o una caratteristica significativa che possa contraddistinguere quelli buoni da quelli tossici? Â Assolutamente no. Anche se si dice che i funghi bianchi siano tutti commestibili, e c’è chi afferma che quelli cresciuti sotto l’albero del castagno non possano invece essere tossici.
Qual è quello in assoluto più velenoso? Â L’Amanita falloide è un fungo mortale assai diffuso ed è il più pericoloso esistente in natura a causa della tossicità elevata e di un polimorfismo che lo rende somigliante a molte specie: da qui il nome di «Coppa della morte» e di «Angelo sterminatore».
Qual è la corretta prevenzione? Â Oltre a quella relativa al controllo del micologo, si consiglia di consumarne quantità moderate, sapendo che in quelli sott’olio si può sviluppare la tossina del botulino, di non somministrare funghi ai bambini e alle donne gravide e di mangiarli solo se ben cotti e in perfetto stato di conservazione. Inoltre meglio consumarli entro 48 ore dalla loro raccolta, tenendoli comunque in frigorifero, sbollentarli prima del congelamento (cucinandoli entro sei mesi), non raccoglierli vicino a strade o centri industriali e non regalare quelli raccolti, se prima non sono stati controllati.
Cosa si deve fare in caso di malessere? Â Nel caso in cui si presenti vomito, diarrea o altri sintomi di un’intossicazione, è bene contattare immediatamente un centro antiveleni o recarsi al pronto soccorso portando con sé i resti dei funghi – sia cotti, sia crudi – o gli scarti della loro pulizia e se non disponibile eventuale materiale rigurgitato.
Con che tempi si verifica l’intossicazione? Â L’intervallo di tempo varia dalle 6-8 ore fino alle 12-24 ore dalla fine del pasto. Il danno è in genere grave, in quanto l’organismo risponde con ritardo all’ingestione delle micotossine che, indisturbate, procedono la loro azione lesiva. Così, al manifestarsi dei primi disturbi, non sempre è facile ricondurre la causa all’ingestione dei funghi; e, sebbene possa talvolta risultare possibile, è raro trovare una cura, dal momento che gli organi sono stati già lesi. Nel caso di Amanite falloide, a secondo della costituzione fisica del soggetto, i sintomi possono comparire anche dopo un paio di giorni.
Prima del consumo a chi rivolgersi? Presso l’Asp di Caltanissetta è stato attivato il servizio di micologia che offre la consulenza gratuita a quelle famiglie che raccolgono funghi e vogliono mangiarli, a pagamento invece per coloro che intendono immetterli sul mercato. Ricordiamo che, secondo la normativa vigente, la raccolta dei funghi anche ai fini amatoriali deve essere effettuata previo rilascio di un patentino da parte della Regione Sicilia.
Per ulteriori informazioni sui principali pericoli ai quali si è sottoposti, sulla prevenzione cautelativa e sul primo intervento da effettuare in attesa dei soccorsi guardate i suggerimenti del centro di formazione della Croce Rossa di Caltanissetta.