Pubblicato il: 22/06/2016 alle 08:56
Le mani di Cosa Nostra a Gela tenevano in pugno il pizzo e il traffico di droga. Gli agenti della polizia di Stato hanno arrestato il nuovo reggente del clan Emmanuello” di Gela, Gianluca Pellegrino, di 32 anni. Il suo arresto rientra nell'ambito dell'operazione condotta dai poliziotti del Commissariato di Gela con l'ausilio dei colleghi delle Squadre Mobili di Catania, Palermo, Parma, Torino e di pattuglie del Reparto Prevenzione Crimine di Palermo, che hanno eseguito complessivamente 16 misure cautelari: una custodia in carcere, nove arresti domiciliari e sei obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria. Gli indagati avrebbero riorganizzato il clan di cosa nostra “Emmanuello”, dedito alle estorsioni e al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti.
Gli arrestati nell'operazione “Falco”A capo dell´associazione c´era il 32enne gelese, in custodia cautelare in carcere, e che a partire dal 2003 risultava organicamente inserito nella cosca, di cui avrebbe preso le redini già a partire dalla sua scarcerazione, avvenuta nel maggio 2011. L'uomo, secondo gli investigatori, sarebbe arrivato ai vertici del clan mafioso forte di capacità criminali riscontrate sin dall´adolescenza, quali il commercio di droga, i danneggiamenti, le estorsioni ai danni dei commercianti gelesi.
Arresti domiciliari per Alessandro Emanuele Pellegrino, 26 anni; Giovambattista Campo, inteso “Giovanni” 50 anni; Pietro Caruso, inteso “Nele” 32 anni; Emanuele Faraci, inteso “Nele”, 37 anni; Orazio Tosto, 23 anni; Angelo Famao, 28 anni, nato a Vittoria; Jonny Cavallo, 24 anni e Guido Legname, 21 anni. Obbligo di firma per Rosario Perna, Gabriele Macchiarella, Loreto Saverino, Francesco Cuntrò, Angelo Scialabba e Nunzio Alabiso. Non è stato invece ancora rintracciato, Giuseppe Di Noto, 24 anni, sottoposto agli arresti domiciliari.
Un momento del blitz della PoliziaLe indagini hanno preso avvio dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, individuando inoltre le vittime di molte delle estorsioni: ben 12 commercianti gelesi titolari di esercizi commerciali.
Pellegrino sarebbe tornato immediatamente a commettere estorsioni, non esitando a dare mandato, nel 2011, a far fuoco contro l´abitazione di un imprenditore che si era rifiutato di soggiacere alle sue richieste.
Le risultanze investigative hanno permesso di raccogliere gravi indizi a carico dell'indagato in quanto promotore e organizzatore dell´attività, finalizzata all´acquisto e al commercio di hashish, marijuana e cocaina.
Tutti gli appartenenti all´associazione finalizzata al traffico ed allo spaccio di droga non disdegnavano di occuparsi anche della vendita al dettaglio delle sostanze stupefacenti, che venivano reperite sul mercato catanese e soprattutto palermitano.
Decine gli episodi di cessione ampiamente documentati anche con numerosi sequestri, operati dagli investigatori specie in ore notturne, essendo l´associazione impegnata anche in una attività di guardiania presso i locali estivi gelesi, trasformati in un´ampia piazza di spaccio.
L´associazione aveva a disposizione armi, anche modificate, che venivano utilizzate per compiere atti intimidatori.