Un appezzamento di 20 ettari a Randazzo è la culla di Al-Cantara, cantina di vino che trasforma le proprie uve in un vero e proprio nettare degli dei.
“Un buon vino è poesia e per farlo ci vuole arte”. E’ questo il motto che, dal 2005, muove l’azienda nata dal desiderio di Pucci Giuffrida di trarre da un territorio meraviglioso “un connubio unico tra uva, versi e pastelli”.
Un caleidoscopio di emozioni e sensazioni che rendono Al-Cantara unico nel suo genere e, questo desiderio si evince già dal nome scelto per la cantina di vino.
Al-Cantara non è soltanto il fiume che lambisce la Contrada Feudo Santa Anastasia a Randazzo ma, il suo significato etimologico in arabo è “ponte”. Un doppio senso ripreso anche nel logo dell’azienda, un volto femminile attraversato dal fiume, un volto che vuole simboleggiare la “bellezza” dei doni offerti da madre natura e la creatività dell’animo umano.
Ogni etichetta è un’opera d’arte racchiusa all’interno (nel vino) e dipinta all’esterno (nell’etichetta) ma il vero trait d’union, che annulla la bottiglia di vetro e crea un connubio indissolubile, è il nome pensato e scelto per identificare ciascun nettare delicatamente alcolico.
“Per le prime etichette abbiamo voluto ricreare sapientemente l’atmosfera delle opere di Nino Martoglio, poeta di Belpasso vissuto alla fine del XIX secolo, riproponendo, in modo elegante e raffinato, il particolare sapore di ciascun vino in chiave figurativa” ha spiegato con appassionata enfasi il titolare dell’azienda vitivinicola.
Un rosso intenso dal colore cupo diventa “O’ scuru o’scuru” mentre il limpido vino bianco rivive in “Luci Luci”. Una scelta che non è stata portata avanti seguendo le regole del caos ma, così come accade per la produzione del vino, Pucci Giuffrida pazientemente si è affidato alle mani esperte di chi sa recidere i grappoli d’uva dalla vite e chi, come Sarah Zappulla Muscarà, ordinaria di Letteratura Italiana presso l’Università degli Studi di Catania, ha saputo ricollegare l’ebbrezza delle poesie martogliane ai vini prodotti alle pendici dell’Etna.
Negli anni la cantina di vino è cresciuta e le potenzialità offerte dalle uve prodotte possono addirittura raddoppiare la produzione attualmente imbottigliata (pari a circa 60.000 l’anno) ma la vision aziendale rimane costante: creare un ponte tra la letteratura siciliana e il vino autoctono.
Le ultime quattro etichette prodotte, nella nomenclatura, hanno reso omaggio a Micio Tempio, Giovanni Meli, Salvatore Di Pietro e Alfio Antico. “Quattro autori diversi, vissuti in luoghi e tempi molto distanti ma con l’unico atavico simbolo di unione identificato con il ponte”.
Al-Cantara non ammette ignoranza ma è consapevole di aver rievocato autori “di nicchia” e poco noti al grande pubblico ed è per questo motivo che, dietro ogni bottiglia, sono citati i versi dai quali è stato tratto il nome del vino. Quelle della cantina di Randazzo non sono, dunque, soltanto bottiglie di vino ma è l’offerta di un calice pieno di “poesie da bere” che arricchisce il corpo e l’anima.
Passato e presente, oriente e occidente di un’isola meravigliosa, la Sicilia, che ha ancora tanto da raccontare e di cui Al-Cantara vuole diventare appassionato promotore in Italia e all’estero.
Per conoscere meglio la cantina Al-cantara è possibile visitare il sito internet o la pagina facebook.
Per approfondire:Le etichette enologiche del Corona Wine Bar: la selezione da stappare e assaporare
 INFORMAZIONE PUBBLICITARIA: Si possono trovare le etichette della cantina Al-cantara a Caltanissetta al Corona Wine Bar in via Luigi Monaco.
Non perdete l’occasione di gustare un calice di vino mentre trascorrete momenti piacevoli con i vostri amici, assistete agli appassionanti appuntamenti sportivi (sala verde ingresso in Via Due Fontane) o tentate la fortuna usando l’ingegno nelle Gaming Hall.