Pubblicato il: 11/10/2024 alle 08:07
A proposito delle cosiddette “energie rinnovabili” è nato finalmente un movimento trasversale, un’onda travolgente nata in Sardegna e che si sta diffondendo in tutto il Paese. È la rivincita del paesaggio e del territorio che Italia Nostra e Coalizione Art. 9 avevano previsto. Insomma, di fronte al proliferare indiscriminato di eolico e mega-fotovoltaico, viene riconosciuto dalle comunità locali il valore del paesaggio e chiesta a gran voce una corretta pianificazione della transizione energetica. Coalizione Art. 9, che tanto si è battuta per denunciare le semplificazioni e i rischi dell’impostazione ideologica del Green Deal Europeo, saluta con soddisfazione le prese di posizione di governatori regionali, sindaci e amministratori locali che da tante parti d’Italia si sono attivati in difesa dei diritti delle comunità. Quando ai cittadini viene tolto il diritto alla qualità della vita, al proprio paesaggio e ambiente e, persino, il pieno godimento della proprietà, neanche la propaganda e la narrazione dell’ANEV o dalle sue associazioni ancillari (spesso mosche cocchiere capitanate da Legambiente), può negare una importante verità: e cioè che la transizione, sia per l’impatto enorme che avrà sulle economie europee sia sulla vita dei cittadini, non può essere calata dall’alto né decisa nelle segrete stanza delle multinazionali energetiche.
Oggi la verità sull’eolico e il fotovoltaico nei campi agricoli la scrive il popolo sardo, insieme ai promotori della proposta di legge di Pratobello, ai suoi 210.000 firmatari e a coloro che da mesi manifestano, sempre numerosi e convinti, accanto ai tanti sindaci alla guida del movimento. Oggi la verità la scrivono gli intellettuali che hanno meritoriamente messo la loro faccia nell’appello per Orvieto e per il Lago di Bolsena, per tentare di arrestare l’indecente accanimento di progetti che si concentrano nella Tuscia. Oggi la verità la stanno affermando anche le associazioni e i comitati che hanno costituito la Coalizione Transizione Energetica Senza Speculazione TESS, per difendere i crinali appenninici dalla speculazione eolica, che vive di sussidi e non si cura dei rischi idrogeologici per i versanti montuosi e della distruzione della ricca biodiversità conservata nelle aree interne.
Finalmente, dopo l’iniziale inerzia, i presidenti delle Regioni più aggredite stanno iniziando a comprendere la necessità di dare massima attenzione al fenomeno, come sta facendo in questi giorni il Presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, che ha dichiarato: “Sulle FER, l’esperienza della Sardegna è preziosa. Siamo al lavoro sulle aree non idonee e in quelle non ci devono essere impianti, sennò scendo in piazza”. Grazie alle parole d’ordine elaborate dai sindaci, dalle associazioni e dai comitati riuniti negli “Stati Generali contro l’eolico e il fotovoltaico a terra” lo scorso 22 maggio a Roma, questo movimento ha preso forza, consistenza e trovato gli argomenti giusti per definire una strategia per i territori in materia di energie rinnovabili. L’arroganza della lobby rinnovabilista è dura da fermare, poiché giungono notizie di nuovi progetti eolici pronti a circondare nientemeno che Matera. Aspettiamo un appello degli intellettuali del Sud e un moto d’orgoglio da parte delle amministrazioni locali della Basilicata. E in Sicilia aspettiamo una chiara presa di posizione da parte del presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, dai sindaci, dalle associazioni e dai comitati, prima che sia troppo tardi. Prima che altri luoghi, altri paesaggi straordinari dell’Isola vengano inesorabilmente offesi, trasformati. Ma ci aspettiamo soprattutto che venga finalmente approvato il Piano delle aree idonee alle energie rinnovabili in Sicilia. la mancanza del Piano non ha comunque impedito alla Regione Siciliana di dare parere favorevole a più di cinquecento nuovi impianti legati alle rinnovabili.
Prof. Leandro Janni, presidente regionale di Italia Nostra Sicilia