Pubblicato il: 24/05/2014 alle 07:01
Che ne sarà di noi tutti dal 26 maggio in poi? Che ne sarà di questa città, tanto bella e a misura d'uomo quanto assai mortificata, quando il prescelto – salvo un posticipo causa ballottaggio – sarà chiamato a governarci? Attenzione, però. Il prossimo sindaco non sarà soltanto un politico in carica una legislatura lunga 5 anni. No, quelle di domenica saranno le elezioni del futuro di questa città e della sua gente. Èfinita l'era dei proclami, degli slogan accattivanti, dei programmi scaricabili in Pdf. Chi prenderà le chiavi di Caltanissetta sarà chiamato ad un compito arduo, difficilissimo. Ridare speranza e orgoglio al popolo nisseno, incentivare la voglia di restare qui e non alimentare il desiderio di scappare via. Una grande responsabilità lo attende al varco. C'è in gioco il destino di una città stuprata, governata finora senza un modello, anche idealistico. In questi anche l'ordinaria amministrazione è stata gestita malissimo, con pressappochismo. Ostaggio più dei burocrati che amministrata dai governanti democraticamente voluti dal popolo.
Occorrono nuove idee, magari poche ma realizzabili e durature nel tempo. Basta con la politica evanescente. In questo momento cruciale un invito ai nisseni, agli elettori anche d'apparato, vogliamo rivolgerlo. Votino con coscienza, perché è soprattutto da loro che dipende quale bivio far imboccare a questa bellissima Piccola Atene in cui vivono. A Palazzo del Carmine c'è l'emergenza di avere un sindaco capace, onesto e coerente che abbia il coraggio di denunciare i partiti e di fare i nomi e i cognomi dei politicanti che lo ricattano a discapito del buon governo, in cui ad uscir sconfitta era ed è sempre la cittadinanza. Non c'è più il tempo di imparare a fare il sindaco. Chiunque esso sia, insieme alla sua squadra dovrà subito mettersi al lavoro ad affrontare le urgenze quotidiane segnate in agenda. Sarà una “guerriglia” urbana, dentro e fuori il Municipio. Le elezioni di domenica sono l'ultima chiamata per la salvezza di Caltanissetta.
E chiunque sarà proclamato vincitore, gli aspiranti sindaci sconfitti non si tirino indietro se davvero – come hanno propagandato finora – amano questa città. Anzi, siano stimolatori attenti e vigili. Anche se gli elettori li hanno puniti nelle urne, continuino ad offrire spunti, critiche costruttive seppur aspre all'Amministrazione che verrà. Sarà un grande momento di confronto, un dibattito costante. Ci guadagneremo in tanti, vincerà Caltanissetta. Lo stesso appello lo rivolgiamo all'esercito di candidati al Consiglio comunale, in particolare ai 395 che non saranno eletti e ai 30 che occuperanno uno scranno in aula. Dimostrino, al di là dei messaggi di propaganda postati sui social network in questi mesi, che hanno a cuore le sorti della gente alla quale hanno chiesto il voto. Si sentano responsabilizzati, a prescindere dall'esito del voto. Altrimenti alimenteranno le voci sulla partecipazione al “concorsone” pubblico per inseguire uno stipendio. Saranno sempre così assillanti, onnipresenti, cocciuti e ostinati a farsi portavoce di battaglie, iniziative e barricate a difesa di Caltanissetta e dei nisseni? Continueremo a vederli in giro, alle rituali commemorazioni del compianto sindaco Michele Abbate? Lo vedremo.
Dopo quasi un ventennio dal debutto sul muro del Genio Civile, è ricomparsa la scritta “CL sogna Pelù sindaco”. Un accanito fan – sarà lo stesso di un ventennio addietro? – nei giorni scorsi ha voluto ribadire l'anonimo auspicio di volere il leader dei Litfiba primo cittadino di questa città. Non vorremmo essere costretti a dargli ragione fra qualche anno.