Pubblicato il: 28/02/2015 alle 17:17
Basta con un certo tipo di antimafia che si muove solo per interesse perché proprio questo modo di agire danneggia chi fa antimafia veramente e sul campo, come le tante cooperative che gestiscono i beni confiscati”. Così il sottosegretario all'Istruzione Davide Faraone che ha aperto la ‘Leopolda siciliana', due giorni di confronti e dibattiti a Palermo sui temi della politica e dell'economia organizzati dall'Associazione Sicilia 2.0.
Dal palco Faraone non ha fatto riferimenti specifici ma le sue parole arrivano nel pieno delle vicende giudiziarie che coinvolgono Antonello Montante, il leader di Confindustria in Sicilia e paladino della lotta al racket delle estorsioni che sarebbe indagato dalle Procure di Caltanissetta e Catania per presunte frequentazioni con personaggi mafiosi come riferito da alcuni pentiti.
Faraone dal palco della Leopolda siciliana ha stigmatizzato anche “il rito di chi pensa di fare antimafia solo presentandosi nelle Procure per fare denunce” e ha definito questo modo di agire “omertoso” rispetto a chi ha la responsabilità politica e istituzionale di risolvere i problemi della gente.
“Mi dicono da più parti di non evocare il risultato elettorale del 61 a 0 che rappresenta una brutta stagione per la Sicilia. L'ho fatto e c'è stata una reazione scomposta – ha continuato Faraone – Lo so quelli che hanno vinto hanno presentato un modello di governo perverso e sbagliato, non han cambiato nulla. Ma dobbiamo dire che hanno perso loro un'opportunità ma anche noi che non siamo riusciti a proporre un modello di cambiamento. La sinistra non deve avere paura di essere ambiziosa, altrimenti rischia di essere emarginata e considerata distante dai cittadini siciliani. Dobbiamo essere capaci di costruire un percorso che ci renda protagonisti, che faccia sperare i cittadini nel cambiamento. Questa Leopolda vuol essere il primo passo di questo processo”.
Il primo ad arrivare nell'ex fabbrica Sandron è stato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio. “Il Pd è un partito grande che ospita tante culture, tante persone, è un campo molto ampio. Ègiusto ascoltare e avere il contributo di più persone possibili. Èun gran partito nazionale e popolare”, ha detto il sottosegretario Delrio a proposito dei nuovi ventilati ingressi nel Pd siciliano che hanno suscitato polemiche.
“Pur non conoscendo in dettaglio la situazione siciliana dal punto di vista politico – ha aggiunto -, credo sia una scelta opportuna avere tanti contributi da tante culture. Ingressi di persone vicine un tempo agli ex governatori Lombardo e Cuffaro? Questa è un argomento che riguarda i dirigenti siciliani che sono sicuro decideranno perché le cose si svolgano in modo corretto e vi sia un gran presidio sulla legalità. Sono scelte queste che il Pd ha fatto in maniera irreversibile. Non sono preoccupato su questo fronte, ho fiducia nei dirigenti siciliani”, ha concluso Delrio.
“Èstato un buon incontro”, ha dichiarato Del Rio ai cronisti che chiedevano un commento sull'incontro di ieri con il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta. “Abbiamo affrontato le vere emergenze – ha detto – come quella idrica, per fare partire rapidamente i cantieri e rifatto il punto sulle riforme”.
opo interviste sui giornali e testimonianze in tv, Giuseppe Cimarosa, 32 anni, figlio della cugina del boss latitante trapanese Matteo Messina Denaro, si è iscritto a parlare dal palco della Leopolda siciliana del Pd a Palermo, e ha ripudiato il parente mafioso davanti a mille persone che si sono alzate ad applaudire.
“Sono un parente di un mafioso che ha deciso di scagliarsi contro i mafiosi”, ha detto in lacrime dal palco. “Mia madre è cugina di primo grado di Matteo Messina Denaro e mio padre è stato arrestato nell'ambito dell'operazione Eden. Vivo a Castelvetrano e sto soffrendo parecchio. Non abbiamo accettato il programma di protezione perché non si deve accettare la paura delle ripercussioni come alibi. Volevo dire solo questo”.
“Bisogna avere il coraggio del cambiamento, come l'ha avuto Giuseppe, che si è dissociato da quella storia”, ha commentato poi dallo stesso palco il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio. E il governatore Rosario Crocetta ha affermato: “A Giuseppe dico: hai diritto ai tuoi sogni. Tutti i siciliani hanno diritto ai loro sogni”.
Il giovane che ama i cavalli si occupa di teatro equestre e di un centro di equitazione: “Io e mio fratello che ha 25 anni ci siamo ritrovati in una situazione che non abbiamo voluto noi. Però non ci siamo arresi”. Il padre, Lorenzo Cimarosa, considerato un dichiarante, lo scorso maggio è stato condannato in primo grado a 5 anni e 4 mesi per favoreggiamento e a dicembre ha subito il sequestro di beni per circa 4 milioni di euro. La procura palermitana chiedendone la condanna aveva richiesto al gup che gli venissero concesse le attenuanti generiche, ma non la speciale attenuante prevista per i pentiti che apportino un contributo rilevante alle indagini.
“Ho voglia di riscatto – ha continuato Cimarosa, commosso mentre la gente lo applaudiva -. Anni fa ho deciso di andare via da Castelvetrano, il mio paese dove sono tornato qualche tempo fa. Essere parente di Matteo Messina Denaro è un problema che non si può risolvere. La sua presenza è ancora molto forte. Quando mio padre è stato arrestato, il mio desiderio era quello di andare via. Poi lui mi ha spiazzato, dicendomi delle cose e io ho deciso di restare al suo fianco. Dico ai giovani che proprio le persone come me devono dare un taglio. Chi sa cosa significa il nero e il marcio che c'è in questo fenomeno deve dare un contributo. E questo è il contributo che voglio dare. Lo voglio fare pubblicamente per togliermi questa macchia. La mia salvezza sono i sogni e il mio è lavorare con i cavalli”.