Ottavo evento parossistico sull'Etna dal 16 febbraio scorso: l’attività dal cratere di Sud-Est, dalle 13:24, è passata da stromboliana a fontana di lava. In concomitanza del fenomeno è stato registrato dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia-Osservatorio etneo di Catania un aumento rapido dell’ampiezza del tremore vulcanico, la cui sorgente è localizzata in corrispondenza del cratere di Sud-Est a circa 3.000 metri.
Anche l’attività infrasonica risulta sostenuta sia nel tasso di accadimento che nell’energia degli eventi. La localizzazione degli eventi infrasonici permane allo stesso cratere.
La presenza di nuvole non rende possibile un’osservazione diretta dell’attività, quello cè è certo che i parossismi di questo periodo sono davvero frequenti, quasi da record. Dal 16 febbraio il vulcano sta dando vita ad una serie di eruzioni parossistiche con frequenza molto regolare.
Secondo gli esperti questa ciclicità delle eruzioni è da attribuire soprattutto alla notevole presenza di gas magmatici che stanno sfruttando il cratere di Sud Est come una specie di valvola di una pentola a pressione. Una situazione che potrebbe durare anche diverso tempo creando non pochi disagi soprattutto sul fronte della ricaduta di cenere vulcanica.
Già da questa mattina l'Etna aveva dato segnali di risveglio con incremento dell’attività stromboliana al cratere di Sud-Est accompagnata da emissione di cenere. Dopo una breve fase stazionaria, l’ampiezza media del tremore vulcanico ha ripreso ad aumentare fino ad arrivare alla nuova eruzione odierna.