Pubblicato il: 09/03/2015 alle 08:31
L’amore per la propria terra, la voglia di riscatto per un territorio che è la “culla” del Nero d’Avola e il desiderio di portare avanti l’azienda di famiglia sono stati presupposti che hanno spinto Lillo Rampanti a imbottigliare la “sua”uva.
“Sono un contadino che ama la sua terra” sostiene con orgoglio il proprietario di Tenuta Rampanti, un uomo che, dopo essere cresciuto nell’azienda di famiglia e aver girato il mondo ha deciso di tornare alle origini e investire tutta la sua esperienza e i suoi contatti per creare una nuova etichetta.
“Basta con il vino sfuso, adesso chi vuole assaggiare il nostro vino elegante dal retrogusto delicato e fruttato dovrà scegliere la bottiglia”. La famiglia Rampanti ha scelto di seguire un percorso di rivalsa e rivincita del territorio che è arrivato fino in Cina e dalla quale, certamente, andrà oltre. Chi vuole scoprire a cosa ha portato l’esperienza di Lillo Rampanti può stappare una bottiglia di “Zilì”, “Khalò” o “Nanà”, tre nomi, anche in questo caso, scelti con “il cuore” prima che con le strategie di marketing.
Zilì, il rosso intenso speziato e appena piccante, è stato il primo ad essere imbottigliato e Lillo Calogero lo ha dedicato a chi gli ha trasmesso l’amore per il vino e il retrogusto fruttato: suo padre. A seguire lo sguardo si è rivolto verso nuove generazioni, il futuro, i giovani che devono imparare a valorizzare il proprio territorio e compiere quel “salto” che da bravi contadini deve trasformarli in imprenditori sagaci e attenti non solo alle proprietà organolettiche dei vitigni ma anche alla commercializzazione sul piano globale. E così sono arrivati gli omaggi a Calogero (Khalò) Rampanti, figlio del proprietario, e Anastasia (nanà) Pistone, figlia di Giuseppe, socio e direttore commerciale della tenuta.
“Spesso i nostri produttori non sanno di avere in mano un prodotto pregiato e finiscono per svendere la frutta per poi acquistare lo stesso vino imbottigliato, non hanno la cultura e non comprendono nemmeno di avere di fronte una montagna (il mercato internazionale) che può e deve essere scalata”. Sarebbe utile, secondo il parere di Lillo Rampanti, un’azione forte e mirata da parte delle istituzioni locali e dalle associazioni di categoria che insegnino come questa logica non fa altro che “rapinare il territorio” impoverendolo.
Rampanti si toglie qualche “sassolino dalla scarpa” criticando la politica promozionale portata avanti dal Gal nisseno e dalla Camera di Commercio locale. “Per noi piccoli produttori sostenere i costi per partecipare a una fiera di settore e riuscire a incontrare buyer veramente interessati è impossibile. Dovremmo avere degli aiuti e degli spazi dedicati dove poter non solo mostrare le nostre etichette ma anche far assaggiare il vino e conquistare con il nostro prodotto. Quest’anno, però, le energie finanziarie e organizzative sono state concentrate completamente sull’Expo di Milano e, a meno di un mese dall’apertura, è saltata anche la partecipazione al Vinitaly. Un grande errore che ha chiuso le porte a un evento di settore con buyer interessati per spendere inutilmente soldi affittando uno stand a Milano in un’area dove si può guardare e non degustare e dove passano soltanto visitatori curiosi”.
Per scoprire Tenuta Rampanti è possibile visitare il sito internet o la pagina facebook “Tenuta Rampanti”Â
 INFORMAZIONE PUBBLICITARIA: Le etichette della cantina Rampanti le potete trovare a Caltanissetta al Corona Wine Bar in via Luigi Monaco.
Non perdete l’occasione di gustare un calice di vino mentre trascorrete momenti piacevoli con i vostri amici, assistete agli appassionanti appuntamenti sportivi (sala verde ingresso in Via Due Fontane) o tentate la fortuna usando l’ingegno nelle Gaming Hall.